BOLZANO»TEATRO COMUNALE

BOLZANO. È una delle più importanti orchestre sinfoniche al mondo. The Guardian ne ha messo in luce “l’avvincente capacità orchestrale, l’esilarante e vibrante energia, l’audacia del collettivo e l’in...



BOLZANO. È una delle più importanti orchestre sinfoniche al mondo. The Guardian ne ha messo in luce “l’avvincente capacità orchestrale, l’esilarante e vibrante energia, l’audacia del collettivo e l’incredibile abilità tecnica”. Il presidente della Commissione europea l’ha definita “il miglior ambasciatore di un’Europa unita”. Fondata nel 1974 da Claudio Abbado, la European Union Youth Orchestra (EUYO) è annoverata tra le realtà giovanili più importanti del panorama orchestrale odierno. Ogni anno i suoi componenti vengono scelti tra più di 4.000 candidati in età compresa tra i 14 e i 23 anni, provenienti dagli stati dell'Unione Europea. Un genuino brand europeo esportato a livello globale, con all’attivo concerti sui più grandi palcoscenici da Amsterdam ad Abu Dhabi, da Mosca a Mumbai.

Nell’ambito del concerto di domani, lunedì 6 agosto (ore 20,30 al Teatro Comunale di Bolzano), la EUYO, che ormai da decenni sceglie come sua residenza estiva la città di Bolzano, si esibirà guidata da Manfred Honeck, uno dei direttori d'orchestra più richiesti della scena internazionale e ammirati per la profonda umanità e attenzione alla dimensione più spirituale del fare musica. Vincitore nel 2018 del Grammy Awards nella categoria Best Classical Performance, la sua presenza negli Stati Uniti e sul podio delle maggiori orchestre europee è garanzia di interpretazioni animate da una musicalità unica e dirompente. Honeck, una carriera musicale iniziata come violinista dei Wiener Philharmoniker prima di passare alla direzione d’orchestra come assistente di Claudio Abbado, ha stabilito con la EUYO un rapporto di sintonia speciale.

Cresciuto con la musica di Strauss, di cui è profondo conoscitore, guiderà la EUYO in un repertorio che comprende anche la suite del Rosenkavalier del grande compositore e direttore d’orchestra tedesco. Il resto del programma prevede arie dalle Nozze di Figaro, dal Don Carlo e Macbeth di Giuseppe Verdi, da Semiramide di Rossini, dall’opera in tre atti I Puritani di Vincenzo Bellini e il poema sinfonico I Pini di Roma di Ottorino Respighi. Ad accompagnare il pubblico in questo viaggio musicale le voci uniche del baritono Michael Nagy e del basso-baritono Krešimir Stražanac.

Di origini ungheresi, Michael Nagy è stato inizialmente membro della Komische Oper di Berlino fino ad approdare alla Frankfurt Opera, dove ha accresciuto il suo repertorio con ruoli principali come Papageno (Il flauto magico), Guglielmo (Così fan tutte), Il conte (Le nozze di Figaro), Marcello (La Bohème) e molti altri. Fra il 2011 e il 2013 ha ricoperto il ruolo di Wolfram al Bayreuth Festival. È apparso come ospite all’Opera House di Oslo, alla Deutsche Oper di Berlino, alla Zurich Opera House e al Theater an der Wien.

A dividere il palco con Nagy è Krešimir Stražanac, classe 1983. Nato in Croazia è entrato a far parte dopo gli studi dell’Opera di Zurigo. È apparso come il barone Tusenbach nella premiere di Péter Eötvös's Three Sisters, come Ping nella Turandot, come Arlecchino nella Ariadne di Naxos, come Don Fernando nel Fidelio. Al suo attivo numerosi premi internazionali come la Cantilena Competition a Bayreuth (Opera/Operetta Division) e l’International La Voce Competition della radio e televisione bavarese (Art Song Category). Fra gli altri riconoscimenti l’International Paula Salomon Lindberg Competition di Berlino e l’Opera Competition del Croatian National Theatre di Zagabria.

Il programma si apre con il Rosenkavalier, frutto della collaborazione artistica fra Richard Strauss e lo scrittore Hugo von Hofmannsthal, considerato un capolavoro anche in letteratura per l’abilità con cui Hofmannsthal è riuscito a plasmare il linguaggio rappresentando i personaggi nella loro tridimensionalità. Lo stile moderno, cromatico e melodico al tempo stesso, fa di questa composizione l’opera preferita del compositore bavarese.

Alle due arie dalle Nozze di Figaro seguono celebri partiture di Verdi. «Restate» è il dialogo drammatico tra Filippo e Rodrigo del III atto di Don Carlos, opera che Giuseppe Verdi concepì sia in versione originale francese sia in italiano. Con questa composizione termina il processo di raffinamento e innovazione del linguaggio che il compositore italiano aveva iniziato con Macbeth. La tragicità dell’originale di Shakespeare, che aveva colpito Verdi che peraltro rende perfettamente in «Pietà, rispetto, amore», offre alla sua penna la possibilità di approcciare nuove prospettive drammatiche musicali.

Una simile situazione si presenta anche in «Il rival salvar / Suoni la tromba» tratta da I Puritani di Vincenzo Bellini, forse una delle partiture che esercitò maggior fascino sul giovane Verdi.

Infine, composta nel 1924 l’opera I Pini di Roma costituisce la seconda parte di un quadro musicale suddiviso in tre poemi sinfonici tutti dedicati alla poetica bellezza di Roma. In realtà, l’aspetto descrittivo non sembra essere il vero obiettivo di Respighi che si rifà al linguaggio musicale di Igor Strawinskij. Come nelle Fontane, ciò che conta è il piacere dell'immagine musicale per se stessa, priva di secondi fini.















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