Zivic: «Prego molto per il Bitumcalor»

Atleta di Cristo, tanta fede e altrettanta grinta in campo


Daniele Peretti


TRENTO. Solo un mese fa nessuno avrebbe pronosticato un finale di stagione in chiave salvezza, per un Bitumcalor in corsa per il primo posto. Poi si è concretizzata una crisi indecifrabile che ha spinto progressivamente l'Aquila dalla griglia play off, alla zona play out. La prossima sarà una giornata chiave col Bitumcalor che ad ospita Treviglio e Torino favorito con Ozzano.
Bitumcalor e Torino occupano il sesto posto a pari punti (34) ovvero gli unici che portano alla salvezza anticipata. Se la formazione piemontese si dovesse staccare, l'Aquila scivolerebbe al settimo e nei play off. Il tutto con la prospettiva della difficilissima trasferta di Brescia dell'ultima giornata.
Per guarire dal male oscuro che attanaglia il Bitumcalor impedendogli di vincere, capitan Zivic - Atleta di Cristo - ha una soluzione: «Sto pregando tanto per ritrovare quella serenità che ci è venuta a mancare. In situazioni come queste, solo Dio ti può dare una mano».
Questa la possibile soluzione, ma la causa?
«Ci blocca la paura di perdere. Anche a Pavia abbiamo giocato bene per tre tempi, poi quando nell'ultimo si sarebbe trattato solo di gestire la situazione favorevole, ci siamo fatti prendere dal panico ed abbiamo regalato la partita, com'era già successo in altre occasioni».
Ma in frangenti come questi dovrebbero essere i giocatori più esperti a prendere in mano la squadra.
«Direi che l'attuale situazione dimostra che prima di tutto siamo esseri umani. Dobbiamo ritrovare tranquillità, in un fase della stagione nella quale stiamo pagando il logorio causato da un campionato lungo e stressante».
Quindi l'origine del problema è fisica o mentale?
«Difficile definire quello che ci sta accadendo. L'impegno da parte di tutti c'è; alla partita arriviamo preparati a tutti i livelli, giochiamo bene per un periodo poi ci perdiamo. I test atletici sono tutti positivi, quindi teoricamente non c'è un problema fisico. A livello mentale forse non siamo stati in grado di gestire il momento nel quale eravamo la squadra di battere: è stato allora che ci ha preso prima la paura di compromettere una stagione brillante, poi quella semplicemente di perdere».
Alla fine però a pesare saranno i punti persi con squadre più deboli, tipo Siena che vi ha battuto in Coppa Italia, ma in campionato è in piena bagarre retrocessione.
«Direi che nel girone d'andata avevamo tutte le partite più difficili in casa. Vincendole ci siamo trovati al vertice. La situazione si è capovolta nel ritorno, dove non abbiamo nemmeno avuto la mentalità per vincere le partite facili: a livello psicologico sembrano essere saltati tutti i punti i riferimento».
Adesso però è concreto il rischio play out e giocarli con queste ansie, sarebbe a dir poco rischioso.
«Non voglio nemmeno sentir parlare di play out. Sabato con Treviglio andiamo in campo per vincere, come sarà a Brescia, poi guarderemo cosa siamo riusciti a fare. Di certo un finale di stagione come questo non ce lo meritiamo: dobbiamo riuscire assolutamente a limitare i danni».













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