Valkyrie, una giornata con le protagoniste del football americano trentino
Nate dai trentini Thunders come squadra femminile, nei prossimi mesi cercheranno nuove compagne di squadra: obbiettivo il campionato di flag-football, lo sport tutto basato sulla tecnica
TRENTO. Il football americano femminile in Trentino trova un nome e un logo: le giocatrici associate ai Trento Thunders, squadra a prevalenza maschile, cercano di "mettersi in proprio" ed hanno annunciato sui social che sono pronte a dare vita alla squadra delle Valkyrie, che nel nome e nello stemma mantiene un profondo legame con i "tonanti" Thunders.
L'obiettivo a breve termine è quello di potersi iscrivere al campionato femminile di flag-football, il football senza contatto tutto basato sulla tecnica, ma le giocatrici puntano a costituire nel futuro anche una squadra di "tackle-football", il football tradizionale fatto di mischie, impatti, caschi e spalliere. Ma per potersi iscrivere in autonomia al campionato femminile di "flag", occorre qualche numero in più: il numero ideale di giocatrici da avere nella rosa è di circa dieci unità ed al momento le ragazze effettive sono sette, con la possibilità di arrivare a nove se alcune giocatrici confermeranno la loro disponibilità in autunno.
Manca dunque un ultimo sforzo perché il sogno di queste giocatrici diventi realtà. Ne abbiamo parlato con loro, incontrandole ai margini del campo di via Fersina, dove continuano ad allenarsi con i compagni maschi.
Nel nome di Valkyrie c'è un richiamo alla squadra da cui tutto è cominciato, i Thunders, come ha spiegato Sonora Chirizzi, giocatrice che per prima circa un anno fa si è avvicinata al football: «Volevamo un nome che ricordasse i Thunders e che esprimesse la forza che dobbiamo dimostrare come donne, la passione che mettiamo nel gioco. Così, tra le numerose proposte alla fine abbiamo votato e la scelta è caduta sul nome Valkyrie. Le Valchirie erano delle grandi combattenti che combattevano insieme ad Odino, il dio del tuono, da qui il riferimento ai Thunders (ndr, in inglese "tuoni")».
Sofia Mezzasalma, tra le prime giocatrici ad aderire alla squadra, ha raccontato la genesi del logo delle Valkyrie, che raffigura una guerriera con tanto di elmo alato e comunica l'intensità dello sport, senza rinunciare ad un tocco elegante e femminile, ad esempio nella scelta dei colori: «I colori del logo sono lavanda e blu. È stato realizzato da una grafica, Elisa Giarolli, insomma, anche il logo è frutto di un lavoro tutto al femminile. È molto interessante scoprire come si crea un logo, c'è dietro un lavoro complesso. Siamo molto contente che il logo contenga i fulmini, sono un richiamo ai "Thunders"».
La pioniera dell'avventura del football femminile in Trentino è stata Sonora, che per prima aprì la strada: «All'inizio c'ero solo io, mi allenavo con i ragazzi - ha raccontato Sonora - Poi sono stata raggiunta da due amiche, Sofia Mezzasalma ed Eleonora Battisti. Un po' alla volta altre compagne si sono aggiunte ed oggi siamo in sette, con un altro paio di giocatrici che potrebbero tornare in autunno».
Nei mesi scorsi le adesioni erano salite fino al numero di undici giocatrici: numero che ha consentito di pensare in grande. «Quello che è certo è che torneremo ad iscriverci al campionato di flag-football misto uomini e donne, - ha spiegato Sonora - dove però possono essere in campo solo due ragazze per volta, quindi c'è una importante rotazione per far giocare tutte».
Ma il desiderio di "mettersi in proprio" con una squadra tutta femminile è proprio forte: «L'obiettivo è quello di arrivare almeno a dieci giocatrici, in modo da poterci iscrivere al campionato di flag-football femminile - sottolinea Sonora - Poi un giorno arriveremo anche al campionato di tackle-football, il football tradizionale, dove però servono numeri più importanti».
Maddalena Soini, giocatrice che arriva da numerose esperienze sportive, tra cui l'arrampicata e le arti marziali, ha descritto la differenza tra il flag-football e il più noto tackle-football: «Il flag-football non prevede contatto diretto, dunque non sono previsti placcaggi. Per fermare il gioco occorre strapparsi di dosso la bandierina che ciascun giocatore porta attaccata alla cinta. Il tackle-football è invece il football per eccellenza, con casco, spalliere protettive ed altissimo tasso di fisicità. Personalmente se devo proprio scegliere tra i due, scelgo il flag-football - riflette Maddalena - Se il "tackle" è più comunemente riconosciuto come il football per antonomasia e c'è probabilmente più adrenalina, il "flag" richiede più tecnica, anche per il solo fatto che non prevedendo protezioni come casco e spalliere, occorre fare i movimenti corretti».
Anche Miriam De Bello, giocatrice che si definisce l'"anziana" del gruppo (ma è solo prossima a compiere quarant'anni), abbraccia volentieri il flag-football: «Proprio per l'assenza di contatto violento, il "flag" è più indicato per chi si vuole avvicinare a questo sport. Si riduce il rischio di infortuni, ma conserva uno straordinario spirito di squadra. È liberatorio, ci si sfoga e si torna a casa soddisfatte».