CALCIO

Un'altra gara fantasmaper il Mezzocorona

Al Briamasco niente match col Carpenedolo, rinviato dalla Lega a data da destinarsi



TRENTO. Fulmine a ciel sereno al Briamasco: il presidente della Federcalcio Giancarlo Abete anticipava che la Lega di serie C avrebbe stabilito il rinvio a data da destinarsi della gara Mezzocorona-Carpenendolo. Ieri è arrivata la piena ufficialità: lo stadio trentino resta chiuso alla C2 dei gialloverdi rotaliani. Quesito d'obbligo: chi comanda nel calcio, la Federazione o una Lega? Anzi: chi comanda in Italia, vista l'apertura del Briamasco al Mezzocorona stabilita dal Commissario del Governo?

«Ci presenteremo al Briamasco per l'ora della partita - afferma il presidente Veronesi - Non ci sarà l'arbitro né il Carpenedolo, già preavvertiti. Sicuramente non recediamo dalle nostre posizioni e studieremo nuove iniziative. Ieri il nostro avvocato Grassani ha inoltrato in Lega le nostre controdeduzioni. Aspettiamo per martedì il pronunciamento della Caf sulla partita con la Nuorese data persa a tavolino per 3 a 0 per la chiusura del nostro campo predisposta dal sindaco di Mezzocorona». Sulla parrocchiale sotto il Monte la statua dell'"omin de fer" ricorda un qualche condottiero della casata dei Firmian.

Anche Franco Veronesi è passato in poche ore dalla felicità della vittoria allo sconforto per un nuovo agguato. Ma analizza la nuova situazione con lucidità: «La Lega vuole controllare se esistono a Mezzocorona condizioni d'ordine pubblico che giustificano il deliberato del Prefetto? Avevano già visionato il campo, tornino pure. Non capisco perché Macalli debba scavalcare anche in questo l'ordinanza della massima autorità dello Stato in Trentino. La squadra? «Non ha reagito bene. Ma si allinea». In realtà, e la difficoltà sta prendendo sempre più peso nella vicenda, i giocatori sono inquieti. I loro procuratori parlano già di "giusta causa". Non possono giocare quindi tornerebbero liberi di svincolarsi ed accasarsi altrove, in situazioni situazioni più chiare. Sarebbe quel "voler vincere la battaglia a costo di perdere la guerra", vale a dire resistere alla Lega mandando in fumo la conquista della C2. Qualcuno in casa rotaliana aveva già sottolineato il rischio, pur facendo squadra poi sulla strategia della società. Ieri il campanello d'allarme squillava con nuova forza. Per ora si prosegue sulla linea dello scontro. Il Commissario del Governo non resterà muto ad una ferita palese della sua autorità. Se ha ravvisato difficoltà a garantire l'ordine pubblico nella situazione di Mezzocorona, avrà le sue buone ragioni.

Difficilmente resterà fermo il Governatore Dellai, mentre l'assessore provinciale allo sport Iva Berasi chiama in causa il Ministro dell'Economia Padoa Schioppa: «In tempi d'obbligato risparmio su tutto, come motivare spesa prioritaria quella per uno stadio nuovo che pur ci siamo impegnati, anche se non subito, a costruire? Macalli non ci crede, per una sorta di processo alle intenzioni. Allora mi domando anch'io se non voglia spingere il Mezzocorona a ritirarsi dal campionato per favorire qualche altra squadra». E Mario rag. Macalli? «Non voglio dire nulla di più o di meno di quanto c'è nel comunicato», risponde brusco sulle prime. Se lo invitassero a Trento a controllare di persona la situazione? «Vengano loro oppure vengo io: non fa differenza. Sono pronto. Intanto ho mandato le mie argomentazioni al Tar di Trento». Se finissero negli uffici del Tar del Lazio, competente in campo nazionale in materia di calcio, sarebbe un guaio. Quei giudici non hanno finora mai dato torto alle posizioni della Lega Calcio. Tra l'altro Alto Adige, Pescina, Calcio Caravaggio hanno già accettato di giocare a porte chiuse o a pubblico contingentato. Non è meglio studiare un passo indietro da parte di tutti? Però si parla anche di un altro martedì di speranza: nella sentenza della Corte federale e in un faccia faccia ai massimi livelli tra il rag. Macalli e le autorità istituzionali trentine.













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