Giro d’Italia 2019

Trittico in Trentino. E c’è il “miracolo” del Passo Manghen 

I complimenti del direttore Mauro Vegni alla Provincia per l’intervento dopo i disastri del maltempo di fine ottobre


di Luca Franchini


TRENTO. Nelle 101 edizioni già andate in archivio, il Giro d’Italia è approdato in Trentino 156 volte, tra partenze e arrivi di tappa. Il computo totale salirà a 158 in occasione della 102esima corsa rosa, che proporrà lo start da Commezzadura mercoledì 29 maggio e l’arrivo a San Martino di Castrozza venerdì 31, nell’ultima settimana di gara, a precedere il “tappone” dolomitico del primo giugno: quest’ultimo partirà da Feltre e si concluderà sul Croce d’Aune, ma si svilupperà per la quasi totalità sulle strade della nostra provincia.

Il trittico in rosa è stato presentato nella sala plenaria di Trentino Marketing, rappresentata dal suo amministratore unico Maurizio Rossini, affiancato dal direttore del Giro d’Italia Mauro Vegni e dell’assessore provinciale al Turismo e allo sport Roberto Failoni, che ha rinnovato pubblicamente l’impegno della Provincia per riportare la Corsa Rosa sulle nostre strade per tutta la durata del suo mandato.

Il Trentino, intanto, ha già vinto la sua maglia rosa permettendo il transito sulla salita di Passo Manghen, devastata dall’ondata di maltempo di fine ottobre. «Ci siamo trovati con 30 km di strada provinciale devastati e circa 25-30 interventi da affrontare, con tratti di strada erosa lunghi anche 100-200 metri – ha spiegato l’ingegnere del Servizio Opere Stradali della Provincia Paolo Nicolussi Paolaz – Lì è iniziata la nostra gara. Sembrava impossibile da vincere, ma siamo al 60% dell’opera. La carovana del Giro potrà transitare in sicurezza».

Da lì la proposta di Vegni di dedicare il Gpm del Manghen a chi ha compiuto questa impresa. «Meritano un momento a loro dedicato» ha detto Vegni, che si è poi soffermato sui grandi numeri della corsa rosa. «Nei 15 anni del mio operato ho lavorato per far raggiungere all’evento un livello mediatico importante – ha spiegato Vegni – Nei primi anni 2000 avevamo 40 Paesi collegati, ora sono 198, con 800 milioni di potenziali telespettatori».

Il 102esimo Giro d’Italia cambierà pelle rispetto al passato, prendendo il via con una crono di 8 km a Bologna. «Degli 8, 2 saranno in salita – ha continuato Vegni – Sarà difficile che un velocista vesta la maglia rosa. Nel primo weekend di corsa avremo un’altra crono impegnativa di 35 km. Abbiamo cambiato filosofia per evitare lo stress della prima settimana agli uomini di classica».

La settimana decisiva, come sempre, sarà la terza, con un triplo appuntamento in Trentino. Mercoledì 29 maggio la carovana partirà da Commezzadura, in Val di Sole, e arriverà ad Anterselva dopo 180 km e 3000 metri di dislivello. Il 31 maggio sarà la volta della frazione di 150 km e 2800 metri di dislivello da Treviso a San Martino di Castrozza, che torna a ospitare il Giro a distanza di dieci anni dall’ultima volta. L’ascesa conclusiva è di 12 km, con pendenza media del 5,5%. Una tappa di media difficoltà, ma che si farà sentire nelle gambe il giorno seguente, quando, prima della crono di chiusura a Verona, i big si giocheranno la vittoria. Si partirà da Feltre e si arriverà al Croce d’Aune, dopo 193 km e oltre 5500 metri di dislivello positivo. Una delle frazioni più impegnative di sempre tra quelle proposte dalla corsa rosa, con le scalate a Cima Campo, al Passo Manghen (24 km con un dislivello di circa 2000 metri), Passo Rolle e Croce d’Aune.

Tra gli osservati speciali ci sarà anche il noneso del Team Sky Gianni Moscon. «In futuro potrà competere per vincere una corsa a tappe – ha detto l’ex professionista Alessandro Bertolini – Il mio favorito è Tom Dumoulin. La cronometro finale giocherà a suo favore».

Non è dello stesso avviso Simoni. «Il percorso è troppo duro per l’olandese – ha replicato Gibo – Lo vedo meglio al Tour».

A parlare, come sempre, sarà la strada, quella su cui Simoni e Bertolini hanno lasciato la loro impronta.

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