Tour de Ski, dominio norvegese

TRENTO. La doppietta dei norvegesi – che mai hanno vinto il Tour de Ski, sempre respinti soprattutto dalla final climb del Cermis – è praticamente scritta. I Norge hanno chiuso sostanzialmente il...


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. La doppietta dei norvegesi – che mai hanno vinto il Tour de Ski, sempre respinti soprattutto dalla final climb del Cermis – è praticamente scritta. I Norge hanno chiuso sostanzialmente il conto con le gare in tecnica classica di ieri, disputate sulla neve impietosamente lavata dalla pioggia caduta per tutta la giornata su Lago di Tesero.

Troppo più forti della non proprio agguerritissima concorrenza – quattro nelle prime quattro posizioni, cinque nelle prime sette, manca Cologna ma che fine hanno fatto i russi? – e con sci velocissimi, tra i maschi saranno Martin Johnsrud Sundby e il Divo Petter Northug a giocarsi il Tour de Ski. Non bastasse la splendida condizione messa in mostra fin dalle prime tappe dal biondino, c’è l’ormai proverbiale avversione del campionissimo per la final climb a testimoniare in favore di Sundby, che potrà peraltro gestire 48 secondi di vantaggio sul connazionale. Ma Northug, con la vittoria di ieri, ha dimostrato che la sua forma è nettamente in crescita: il suo mirino è puntato ovviamente su Sochi, ma chissà che lo splendido cacciatore di medaglie norvegese non voglia stupirci. Ancora più difficile che nella sfida possano inserirsi l’altro norvegese Jespersen o il canadese leader delle sprint Harvey. In tanti, invece, invitano a non perdere d’occhio la sorpresa austriaca costituita da Johannes Dürr, futuro genero del presidente del comitato organizzatore della Coppa del Mondo di biathlon di Anterselva, Gottlieb Taschler, capace di far segnare il miglior tempo venerdì nella Cortina-Dobbiaco.

E sarà duello norvegese anche in campo femminile, dove invece sembra quasi scontato il sorpasso di Teresina Johaug sulla connazionale ancora leader della classifica generale Astrid Jacobsen. La minuta scandinava ha dato prova della sua condizione anche ieri, precedendo comodamente al traguardo la stessa Jacobsen e le rampanti finlandesi Kylloenen, Niskanen e Lahteenmaki. La Johaug ha ridotto così a soli 24 secondi il ritardo dalla connazionale che comanda la generale. E oggi potrà sfruttare il suo ottimale rapporto peso-potenza sulle terribili rampe del Cermis. Unica possibile incognita, appunto, l’eventuale exploit delle finniche, che però dovrebbero coprire i 9 chilometri della tappa conclusiva in un minuto, un minuto e mezzo in meno dello scricciolo norvegese. Possibile, ma oggettivamente improbabile.

Gli azzurri, invece, hanno confermato la propria scarsa propensione alla gare in tecnica classica interval start. E a complicare la situazione ci si è messa anche la pioggia. In campo maschile il migliore è stato Didi Nöckler, 17esimo, nei 30 (25esimo) anche il giovane moenese Pellegrin, più attardati il vecchio Di Centa (31esimo) e Moriggl (53esimo). In campo femminile abbastanza sorprendentemente è stata la primierotta Ilaria Debertolis – 25esima, lei che è pattinatrice – la migliore delle nostre. In ombra la specialista De Martin Topranin (29esima), ancora più attardate la rientrante badiota Agreiter (32esima), Brocard (38esima) e Scardoni (42esima), mentre non è partita la Piller.

@mauridigiangiac

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