Sprint, quinti la Wierer e Windisch
Azzurri piazzati ai Mondiali. Dorothea: «Gambe molli, ma buon pettorale per la pursuit»
OSLO (NORVEGIA). Quinto Dominik, quinta Dorothea. Nella sprint dei Mondiali di Oslo, l’Italia del biathlon raccoglie due quinti posti con i suoi due atleti di punta. Dorothea Wierer fino a trequarti di gara stava lottando per una medaglia, ma poiè arrivato un calo nell’intensità della sua sciata.
«Non mi sono sentita molto bene sugli sci, avevo le gambe un po’ molli. È come se mi stessi ammalando – ha detto al traguardo la finanziera di Anterselva – Le gare sono fatte così. Ho un buon pettorale di partenza per la pursuit di domani (oggi alle 15,45 ndr), ma servirà avere buone gambe per fare un buon risultato. Sono soddisfatta della mia resa al poligono perché recentemente ho avuto qualche problema».
Al suo primo titolo mondiale in carriera la norvegese Tiril Eckhoff trascinata dal tifo dei 15mila occorsi sugli spalti e lungo il percorso ricavato sulla mitica collina di Holmenkollen. Argento alla francese Marie Dorin Habert, alla sua seconda medaglia in questo Mondiali dopo l’oro nella staffetta mista, sulla tedesca Laura Dahlmeier autrice di una straordinaria rimonta. Ottima la gara di Lisa Vittozzi, la più giovane delle azzurre, che ha sfiorato l’impresa arrivando all’ultimo poligono con un tempo da prime cinque ma purtroppo ha sbagliato l’ultimo tiro causa l’eccessiva tensione. Alla fine è ventesima. Karin Oberhofer è giunta 36esima causa due errori all’ultimo poligono.
Nella sprint maschile il transalpino Martin Fourcade si è aggiudicato il settimo titolo mondiale individuale della carriera. Perfetto al tiro e veloce sugli sci, Fourcade ha battuto il vichingo Ole Einar Bjoerndalen, una leggenda vivente del biathlon. Dominik Windisch è giunto quinto con un solo errore al primo poligono e una gran rimonta finale che lo ha portato a superare allo sprint il russo Evgeniy Garanichev.
«Sono molto soddisfatto, non pensavo di fare così bene – ha detto Windisch – Ho sentito che negli ultimi giorni stavo migliorando e sono andato a tutta. Avevo molta adrenalina che mi spingeva ad andare forte. Una mia caratteristica è quella di non mollare mai - prosegue Windisch -. È così che ho sempre fatto nella mia carriera e, adesso che ho maturato esperienza, i risultati arrivano. Questo risultato è molto importante anche per la gara ad inseguimento». (m.m)