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Sinner, prova di forza a Pechino dopo la notizia-choc: batte Safiullin e va ai quarti

Il numero 1 vince in tre set (3-6, 6-2, 6-3) contro il russo dopo aver saputo del ricorso della Wada che chiede per lui da uno a due anni di stop per il caso Clostebol. Jannik potrà continuare a giocare in attesa del verdetto del Tas

RICORSO Sinner, la Wada fa appello al Tas e chiede uno stop da uno a due anni

 



BOLZANO. Jannik Sinner batte in tre set il russo Román Rišátovič Safiúllin (3-6, 6-2, 6-3) e si qualifica ai quarti del torneo di Pechino. Una prova di forza per il campione di Sesto Pusteria nelle ore in cui il numero 1 è stato raggiunto dalla notizia che la Wada, l’agenzia mondiale antidoping, ha fatto appello al Tas contro l'assoluzione per il caso Clostebol e chiede per lui da uno a due anni di squalifica.

Prossimo avversario di Sinner, nei quarti, sarà il ceco Jiri Lehecka, n. 37 del ranking Atp.

Il ricorso della Wada non sospende la decisione di primo grado dell’Itia, la International Tennis Integrity Agency, e adesso tocca alla Corte arbitrale dello sport aprire un procedimento di arbitrato: Sinner potrà continuare a giocare in attesa di un nuovo verdetto. Tempi lunghi e una spada di Damocle: per l’inizio delle udienze a Losanna i tempi sono difficilmente inferiori ai tre mesi.

Sul caso prende posizione la senatrice Michaela Biancofiore: "Chi ha interesse a distruggere la reputazione del numero uno al mondo? Chi vuole offuscare un primato conquistato sul campo? Da italiana, e ancor più da altoatesina, sono indignata per la decisione dell'agenzia antidoping Wada di fare appello al Tas all'assoluzione di Sinner. Chiedere uno stop di uno o due anni, contestando che la constatazione di assenza di colpa non sarebbe corretta, è una perfidia che porta a pensare al peggio perché inspiegabile. Sul caso Clostebol, Sinner ha spiegato ampiamente cosa sia accaduto. L'accanimento con cui si muovono alcuni appare più come un modo per condizionare il mondo del tennis, sfruttando negligenza altrui per rovinare psicologicamente un ragazzo di 23 anni, orgoglio italiano, già assolto dal Tribunale sportivo e che ha ampiamente meritato di essere dov'è, grazie a un talento puro, abnegazione e determinazione".

 

 













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