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Sinner, Itia torna sul caso Clostebol: «Processo secondo le regole, per lui nessun trattamento di favore»

L’Agenzia per l’integrità del tennis rompe il silenzio dopo il ricorso Wada al Tas per precisare la sua posizione: «Tanto clamore, ma contano la scienza e i fatti»



BOLZANO. Nessun trattamento di favore per Jannik Sinner: il procedimento che ha interessato il numero 1 al mondo è stato definito sulla base di quanto stabilito dall'Agenzia mondiale antidoping e dal Programma antidoping del tennis. «Quello che conta sono i fatti e la scienza».

In attesa della sentenza del tas sul ricorso Wada in merito al caso Clostebol che ha investito Jannik Sinner, la Itia, l'agenzia per l'integrità del tennis, prende posizione per fare chiarezza sul suo operato dopo le tante speculazioni delle ultime settimane.

In un comunicato stampa, la ceo dell’Itia Karen Moohouse spiega: «È comprensibile che il caso di Jannik Sinner abbia portato molto interesse e molti commenti sui processi antidoping del tennis, in seguito alla pubblicazione della decisione di un tribunale indipendente di dichiarare il tennista “non colpevole e non negligente”. Il processo di gestione dei casi antidoping è complesso e comprendiamo che può essere difficile capire le differenze di esito o le incongruenze percepite nel processo. Per essere assolutamente chiari, il processo è definito dal Codice mondiale antidoping, stabilito dall'Agenzia mondiale antidoping e dal Programma antidoping del tennis.

Il modo in cui gestiamo i casi non cambia, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto. Il modo in cui si svolge un caso è determinato dalle sue circostanze, dai fatti e dalla scienza unici. Nel caso di Sinner, comprendiamo che l'attenzione dell'appello è rivolta all'interpretazione e all'applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente quando si determina quale, se presente, livello di colpa è applicabile al giocatore, piuttosto che all'indagine dell'ITIA sui fatti e sulla scienza.

Detto questo, riconosciamo che è nostra responsabilità lavorare con i membri della famiglia del tennis per garantire che ci sia fiducia nel processo e invitiamo a dialogare con i giocatori, i loro rappresentanti e i media su questo tema».













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