Sinner, il numero uno fragile
La rinuncia ai Giochi di Parigi 2024 da parte dell’altoatesino, fermato da una tonsillite, non smette di fare discutere. Il campione 22enne si dice «amareggiato», ma i tifosi, soprattutto sui social, criticano apertamente la scelta di alzare bandiera bianca
Prima era stata l’anca, ora è la tonsillite. E questo se si guarda unicamente al 2024. Perché se è vero che la carriera fulminate di Jannik Sinner è stata costellata da eccezionali successi, è altrettanto palese come pure gli intoppi abbiano recitato un ruolo da protagonisti, inseguendo il campione di Sesto Pusteria nell’ascesa fino ai vertici della classifica mondiale.
I malanni di Jannik
Ginocchio, covid, mano, malesseri vari. L’altoatesino ha dovuto sistematicamente fare i conti con il suo fisico, capace di supportarlo nelle più grandi imprese, ma pure rivelatosi un compagno di viaggio capriccioso, e desideroso, a intervalli regolari, di cure ad hoc. È così che il nuovo stop non dovrebbe sorprendere più di tanto, se non fosse che la frenata arriva alla vigilia delle Olimpiadi di Parigi, l’evento da non mancare assolutamente, segnato da tempo sull’agenda, sia dal tennista che da tutto il movimento sportivo nazionale, visto che Jannik, numero uno del ranking, rappresentava, a tutti gli effetti, il cavallo buono su cui puntare forte; l’uomo, in sostanza, in grado di cancellare un digiuno da podio che per il tennis azzurro dura ormai da 100 anni, dal bronzo conquistato nel 1924 dal barone Uberto de Morpurgo, neanche a farlo apposta proprio nella capitale francese.
Il secondo “no” ai Giochi
Era l’occasione giusta per il riscatto, insomma, ma, ancora una volta, l’allievo di Vagnozzi e Cahill ha dovuto dare la priorità al suo corpo. Una decisione non facile, arrivata dopo un consulto con degli specialisti, «il mio staff medico mi ha consigliato di prendermi del tempo per riposare e recuperare completamente», ha scritto l’azzurro sui social, e pure risultata oltremodo impopolare. Se le istituzioni sportive, Federtennis e Coni, sono rimaste sì spiazzate, dimostrandosi comunque comprensive, a differenza di tre anni fa quando Sinner rinun-
ciò ai Giochi di Tokyo per dare concentrarsi sulla sua crescita, il “popolo del web” non ha invece mancato di scatenarsi, trovando una nuova occasione, dopo il caso relativo alla residenza a Montecarlo, per puntare il dito contro il pusterese.
La reazione di pancia
Si susseguono in rete i commenti negativi postati sui vari profili del campione della racchetta, co-
me le foto al mare di qualche giorno fa con la sua compagna, la collega russa Anna Kalinskaya, accompagnate da frasi del tipo: «Ma prima del torneo più importante dell’anno non sarebbe il ca-
so di evitare di “prendere freddo”, come diceva mia nonna?». C’è chi ipotizza che il forfait sia le-
gato alla scarso amor di patria del nostro, altri si chiedono come una «semplice tonsillite» possa portare un atleta a rinunciare alla manifestazione più importante di tutte, quando ce ne sarebbero altri «pronti a gareggiare anche su una gamba sola».
Il calendario “vale” di più
Al di là degli sfoghi e della frustrazione, che ha espresso pure lo stesso Sinner («sono amareggia-
to», ha scritto), uno stato di forma non al top avrebbe certamente influito sul rendimento del 22enne di Sesto Pusteria sulla terra del Roland Garros, col pericolo di peggiorare ulteriormente la situazione. E dunque, vien più facile pensare che il circuito Atp ed il “peso” degli appuntamenti futuri abbiano avuto la precedenza su tutto il resto. Masters 1000 di Toronto, Us Open, Shanghai, Atp 500 a Pechino, tornei che un anno fa hanno proiettato Jannik verso un finale di stagione ai limiti dello straordinario - da Vienna alle Finals, fino alla Davis -, costituiscono in prospettiva sia un tesoretto di punti da difendere che un’altra chance di rilancio; per confermarsi in vetta alla classifica e, senza dirlo a voce alta, per far ricredere tutti.