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Roland Garros, è Sinner-mania: i francesi tifano per Jannik invece del connazionale Gasquet

Tifo da stadio per il pusterese, che ha conquistato il pubblico transalpino. E Pietrangeli ricorda successi e notti brave: «Il mio quartier generale era il Crazy Horse»


di Paolo Levi


PARIGI. Ma quale rivalità Francia-Italia: a Parigi sono già tutti pazzi per Jannik Sinner. All'indomani del vittorioso esordio in tre set (6-3, 6-3, 6-4) contro lo statunitense Christopher Eubanks, il pubblico del Roland Garros sembra più che mai attratto dal 22enne 'cugino d'Italia' che domani affronterà, nel secondo turno fissato per le 20.15, il veterano padrone di casa Richard Gasquet, di 15 anni più anziano di lui. Dopo l'uscita di scena, ieri, di Rafael Nadal, il maiorchino 14 volte vincitore del Roland Garros e venerato dal pubblico transalpino, gli spettatori della Porte d'Auteuil si sentono più che mai orfani di un campione da acclamare, in cui credere e sperare fino in fondo.

E oggi, complice forse anche l'assenza di grandi promesse francesi dal tabellone, c'è perfino chi vede in Sinner un possibile successore dello spagnolo, almeno per il capitale di simpatia e il feeling con gli spettatori, che di Sinner ammirano, sperando che la conservi, quell'autemticità che lo rende così amato. Così, almeno nella relazione con gli spettatori, potrebbe davvero diventare un nuovo Nadal. Quanto alla sfida Francia-Italia di domani sera, in tanti a Parigi tralasciando l'amor di patria potrebbero tifare Sinner e non Gasquet, neutralizzando così qualsiasi sospetto di sciovinismo in salsa bleu-blanc-rouge.

Nella capitale di Francia gemellata con Roma, la proverbiale rivalità Francia-Italia sembra infatti una categoria dello spirito del tutto ignota agli autoctoni. Ieri, per il debutto contro Eubanks, il numero due mondiale è stato accolto da un tifo da stadio proseguito per tutto il match e anche oltre. Lo stesso Sinner si è rallegrato per il sostegno ricevuto durante la partita al 'Suzane Lenglen', dove sono stati visti cartelli in suo sostegno, oltre che una bandiera tricolore bianca, rossa e verde accanto al vessillo europeo. "Vai Jannik!", "Forza Jannik!", 'Bravo Jannik!", è stato il coro di incoraggiamenti rivolto al campione altoatesino. In più domani, contro l''enfant du Pays' Gasquet, il 'barone rosso' potrà comunque contare sul sostegno dei 'Carota Boys', i sei irriducibili tifosi piemontesi che lo seguono da un anno mascherati da carote in tutti i tornei del Grande Slam.

Intanto, siccome senza passato non c'è futuro, Nicola Pietrangeli ricorda i suoi trionfi al Roland Garros nel 1959 e nel 1960 e le notti brave lungo la Senna. "A Parigi - ricorda il campione novantenne intervistato dall'Equipe - il mio quartier generale era il Crazy Horse. Abitavo a casa del fondatore, Alain Bernardin, e ogni sera andavo anche 'Chez Régine', incuso nell'anno del mio secondo Roland e fino alla vigilia della finale, per scaramanzia".













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