Ricky Fiamozzi il top player di Mezzocorona

Dal vivaio gialloverde alla maglia azzurra E domani sfida la Germania a Rovereto


di Paolo Trentini


ROVERETO. Non saranno in campo Balotelli, Schweinsteiger, Pirlo e Ozil, ma la sfida tra Italia e Germania non lascia mai indifferenti. Domani alle 15 lo stadio Quercia di Rovereto sarà teatro dell'incontro tra la Nazionale azzurra Under 20 e quella tedesca. Una sfida mai banale a livello di Nazionale maggiore e che nei momenti più importanti ha visto l'Italia sempre vincente, o comunque mai sconfitta: a livello mondiale 1970 il 4-3 a Città del Messico, il 3-1 con cui nel 1982 vincemmo il nostro terzo Mondiale e il più recente 2-0 di Dortmund ai Mondiali del 2006 che portò la Nazionale di Lippi alla finale contro la Francia. A livello di campionati Europei il bilancio è di 2 pareggi per 1-1 (1988 e 1996) e la vittoria per 2-1 dello scorso maggio targata Mario Balotelli.

La partita di domani, vale qualcosa meno sulla carta, in quanto è partita del Quattro Nazioni under 20, ma il fascino e la rivalità rimangono immutati. Nella selezione guidata dal mister Alberigo Evani, ex centrocampista del Milan, c'è il trentino Riccardo Fiamozzi. Classe 1993, dopo aver militato nel Mezzocorona, a 13 anni viene notato e prelevato dal Milan. Due anni fa il club di via Turati lo gira al Varese e attualmente è in comproprietà col Torino. Terzino destro, è valutato 470 mila euro e domani spera in un posto da titolare: «Ancora non so se e quanto giocherò – spiega Riccardo – in quanto il mister ha fatto molte rotazioni in questi giorni e nelle partitelle ha sempre mescolato i giocatori, quindi nessuno conosce il proprio destino, ma c'è la giusta tensione. So che è una partita importante, ma se devo essere sincero non c'è un'aspettativa particolare, alla fine è una partita come già altre ne abbiamo giocate».

Riccardo ammette anche di non provare una particolare emozione: «Ormai no – prosegue – ho fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili quindi posso dire che la convocazione e l'emozione di scendere in campo con la maglia azzurra è superata. In più giocando in Serie B e avendo affrontato altre partite internazionali con la Nazionale sono anche abituato al clima caldo, alla cornice e al pubblico numeroso. Rimane l'orgoglio, quello sì, eccome. Vestire la maglia azzurra è un sogno per tutti sin da quando si comincia a tirare i calci al pallone in giardino e poterlo fare è una soddisfazione enorme».

La nazionale è un traguardo, ma anche un trampolino di lancio per il futuro e vetrine come queste sono importantissime per pensare in grande, magari a una convocazione con l'Under 21 di Di Biagio: «Il gruppo degli "azzurrini – rivela Fiamozzi – è uno dei miei prossimi obiettivi. Ho già svolto uno stage nei mesi scorsi e spero di riuscire a far parte anche dell’Under 21. Sarebbe fantastico, ma tutto dipende dalle mie prestazioni con questa maglia e con la maglia del Varese. L'altro obiettivo, ma a medio termine, è quello della Serie A e anche in questo caso tutto dipende da me. Ho davanti una stagione durante la quale so che devo fare bene e questo è il miglior biglietto da visita per sognare in grande. L'esordio in Serie A con la maglia del Torino o il poter approdare in una squadra di grande prestigio come Milan, Inter o Juventus (non importa quale) e giocare accanto a grandi campioni è ovviamente la massima aspirazione. Prima, però, devo pensare a fare bene con il Varese altrimenti tutto sarà inutile».

Attualmente il Varese è in buona posizione di classifica e il suo ottimo rendimento comincia a regalargli un pizzico di notorietà: «Fortunatamente Varese è una città tranquilla, si vive il calcio nella giusta maniera senza le esagerazioni di altri posti. Quest'anno qualche tifoso mi ferma per la strada, ma si tratta di episodi isolati e comunque tutto si limita ai saluti di rito e qualche battuta. Non mi manca il Trentino. Sono lontano da casa da ormai 7 anni, sto bene da solo e dove sto. Chiaro che fa sempre piacere tornare a casa e rivedere amici e parenti che tra l'altro domani allo stadio saranno presenti in massa, ma ormai il mio posto è qui».

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