Quell’ “altro sport” travolto dalla pandemia e spesso dimenticato
Daniela Giuriato, istruttrice di nuoto e insegnante di pilates: "C’è lo sport che va oltre l’ordine d’arrivo, i cui tempi non sono scanditi da un cronometro, uno sport dove importante non è vincere ma nemmeno partecipare ma piuttosto esserci"
TRENTO. C’è lo sport che va oltre l’ordine d’arrivo, i cui tempi non sono scanditi da un cronometro, uno sport dove importante non è vincere ma nemmeno partecipare ma piuttosto esserci. È lo sport dei bambini che imparano a nuotare, degli anziani che attraverso l’attività fisica provano a rallentare il tempo che avanza, quello di coloro che voglio mantenersi in forma nel corpo e soprattutto nella mente. Uno sport quasi annullato dalla pandemia e dimenticato spesso dai Dpcm.
Daniela Giuriato, istruttrice di nuoto e insegnante di pilates bolzanina nonchè gestrice di un sodalizio che si occupa della materia ha scritto una lettera aperta di sfogo e di denuncia per non perdere di vista “l’altro sport” e fare qualcosa per questo immenso pianeta.
“Orandum est ut sit mens sana in corpore sano” Sat.X356 («bisogna chiedere agli dèi che la mente sia sana nel corpo sano»): ripetuta spesso o assunta come motto, mai come in questo periodo può essere ignorata e non considerata. Questa è una notissima sentenza di Giovenale, poeta latino, che aveva intuito già 2000 anni fa l’importanza di tale affermazione. Da un anno a questa parte le strutture preposte all’attività fisica accessibile ad ogni categoria della popolazione, quali palestre e piscine, sono state chiuse da marzo 2020, riaperte a maggio con restrizioni severissime e richiuse ad ottobre ininterrottamente fino a data da definirsi e volontariamente dimenticate.
Vorrei concentrarmi sulla chiusura di questi due spazi, tralasciando tutte le altre attività, quali bar, ristoranti e negozi, perché come i teatri, le palestre e le piscine sono state classificate non necessarie o meglio “attività superflue”.
Lassù, perché li si pensa sempre ai piani alti quelli che decidono, si sono scordati che le malattie si combattono anche con la PREVENZIONE e per prevenzione non intendo lavarsi le mani, usare gel disinfettante e indossare la mascherina laddove anche non sarebbe necessario, per esempio in macchina mentre si guida da soli, ma per prevenzione intendo curare il proprio corpo affinché rimanga sano. Un corpo perché non si ammali deve muoversi e deve essere alimentato in maniera equilibrata come sani devono essere i suoi pensieri.
Quale altro luogo può permettere questo a tutta la popolazione? Non certo la passeggiata o la corsa dietro casa, perché non tutti corrono e possono farlo. Mi riferisco agli anziani, a persone con problemi alla schiena e in Italia ne soffrono 15 milioni, ai bambini, ai diversamente abili e a tutta la popolazione che può trovare nella palestra e nella piscina il luogo ideale per poter mantenere il proprio corpo e la propria mente in salute. Perché ricordiamoci che l’attività fisica oltre che mantenerci sani produce endorfine, le quali hanno la capacità di regalarci piacere, gratificazione e felicità aiutandoci a sopportare meglio lo stress.Ognuna delle numerosissime associazioni che lavora in questi luoghi ha un proprio settore specifico che si occupa del benessere dei loro iscritti ai quali offrono attività fisica mirata.
Mi riferisco per esempio a chi propone ginnastica per anziani, ai progetti scolastici per studenti diversamente abili, a chi insegna a nuotare ai bambini (e qui vorrei sottolineare e rammentare che purtroppo l’annegamento nei bambini è ancora una delle prime cause di morte infantile al mondo dopo HIV e meningite), a persone in riabilitazione e a tutti coloro che hanno bisogno di una guida per poter muovere il loro corpo in maniera adeguata e corretta , anche solo per il piacere di svolgere un’attività motoria che piace a ritmo di musica. Quindi mi riferisco a tutta la popolazione. Mi domando anche perché, solo gli atleti che svolgono attività agonistica possono continuare a varcare le soglie di palestre e piscine? Sono forse le altre persone diverse perché non ambiscono ad una medaglia al collo? Non è sufficiente la motivazione che un corpo sano e disintossicato si ammali molto difficilmente e che quindi riesca a combattere meglio un’eventuale contrazione del famigerato virus Sars-cov19? Non è questa anche una forma di prevenzione? Oppure è una forma di discriminazione?Mi chiedo quindi perché queste strutture siano state chiuse e continuano ad esserlo per così lungo tempo.È scientificamente provato che andare in palestra e in piscina nonostante si seguano i protocolli sanitari, aumenti i contagi? Vorrei leggere queste ricerche se ce ne sono, visto che si tratta di un virus ed è con la scienza e la medicina che bisogna confrontarsi.Non può anche il resto della popolazione sottoporsi a tamponi per poter accedere a queste strutture?Sono stati resi obbligatori proprio in questi giorni gli autotest antigenici nasali in via sperimentale (e già qui i termini sperimentale e obbligatorio non possono essere messi insieme) a bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie della Provincia di Bolzano, i quali se si rifiuteranno di aderire allo screening dovranno rimanere a casa e seguire le lezioni in DAD davanti ad un pc.
Non è anche questa un’altra forma di discriminazione?Usiamo piuttosto i tamponi per permettere ai bambini di tornare in piscina per imparare a nuotare, andare a danza, a giocare a pallavolo a basket o qualsiasi altra cosa piaccia loro fare, come fanno già gli atleti agonisti. Il sistema fino ad ora adottato per contenere il contagio della malattia ha fallito su tutti i fronti se a distanza di un anno ci troviamo ancora nella stessa situazione. I danni fisici provocati dalle chiusure si insidiano nelle menti e diventano anche psicologici, senza menzionare quelli economici. Persone che, come la sottoscritta, lavorano in questo settore si trovano in enormi difficoltà. Il loro lavoro è insegnare a nuotare, spiegare come debbano essere fatti determinati esercizi, far muovere le persone, correggere posture sbagliate e molto altro ma in pratica è sempre aiutarle e guidarle a mantenere mens sana in corpore sano, come fanno altri operatori sanitari. Ma non possono farlo, perché non possono lavorare. La prevenzione è anche e soprattutto questa, dobbiamo permettere a tutti di combattere questo virus attraverso una vita sana, con l’attività motoria, qualsiasi essa sia, con campagne alimentari su come mangiare sano, già alle scuole elementari per sensibilizzare i bambini e le famiglie. L'Italia è tra i paesi europei con i valori più elevati di eccesso ponderale di peso nella popolazione in età scolare con una percentuale di bambini in sovrappeso del 20,4% e di bambini obesi del 9,4%, compresi i gravemente obesi che rappresentano il 2,4%.Sappiamo inoltre che l’obesità aumenta il rischio di morte e quindi anche in caso di complicanze in persone che contraggono il Sars-Cov19.
Siamo anche a conoscenza del fatto che i protocolli di cura di “vigile attesa” e somministrazione di farmaci quali paracetamolo e FANS (recente sentenza del TAR del Lazio del 4 marzo 2021) utilizzato dai medici fino ad ora, è stata ritenuta non sufficiente a curare e fermare complicanze nei pazienti affetti dal virus. Quindi si può puntare a quelle cure che molti medici in Italia e all’estero hanno attuato con efficacia clinica valida e documentata evitando il degenerare in complicazioni negli ammalati che portano all’ affollamento delle terapie intensive negli ospedali.Non dimentichiamo che un corpo in salute potrà reagire meglio alle cure alle quali sarà sottoposto. La sperimentazione di un vaccino, perché è questo che si sta facendo, non può essere di certo l’unica soluzione alla prevenzione della malattia.Dobbiamo avere coraggio e superare la paura che ogni giorno i media ci inculcano, senza abbassare di certo la guardia, ma rinforzandoci nel corpo e di conseguenza nella mente e nello spirito, riappropriandoci della fiducia in noi stessi e della nostra libertà. Il virus esiste e dobbiamo conviverci, con coscienza e coerenza. Le regole le abbiamo rispettate all’interno di piscine e palestre, ci siamo attrezzati quando ci è stato concesso di tenere aperto e siamo pronti a continuare, ma ci deve essere data la possibilità di farlo.
Daniela Giuriato
(istruttrice di nuoto e insegnante di pilates)