Un’altra tappa tosta, ma almeno corta. In gruppo, soprattutto in partenza, tutti avevano ancora nella testa le cadute di martedì: viste le condizioni delle strade, che erano messe piuttosto male, ancora a causa della pioggia, non c’era di che stare granché tranquilli. L’idea prima del via, vista che si trattava di una frazione favorevole ai velocisti, era quella di lasciar andar via una fuga di non troppi corridori. Nella prima parte del percorso c’erano due salite e altrettante discese. Se ci fosse stata grande battaglia anche lì, sarebbe potuto succedere un macello.

Poi c’è stata la lotta contro il freddo, abbiamo patito parecchio. Si aspetta di arrivare in Centro Italia per trovare un po’ di caldo, temperature attorno ai 25°, e invece ci si trova a fare i conti con freddo e pioggia. Abbiamo messo Polianski davanti al gruppo a controllare, ma la fuga non ha mai preso troppo vantaggio. Nel frattempo è arrivata via radio la notizia che i tempi per la classifica generale sarebbero stati presi al primo passaggio sulla linea d’arrivo, per tutelare gli uomini che puntano alle posizioni di vertice. Giusto così: negli ultimi chilometri sulla strada c’erano dei veri e propri “laghi”.

Per noi c’è stato il lieto fine. Ackermann ha fatto una grande volata, è sulla cresta dell’onda e sta sfruttando il buon momento di forma. È contento lui, siamo contenti noi ed è contenta anche la squadra. Su cinque tappe ne abbiamo vinte due, non male come media. A fine corsa ci ha atteso un lungo trasferimento di 100 km e ora ci aspetta un’altra tappa lunga, di 238 km. Le previsioni annunciano ancora brutto tempo: cascano un po’ le braccia, ma è così per tutti. Molti con la pioggia si demotivano. Le motivazioni bisogna andare a cercarle. E trovarle. La testa in giornate come queste è fondamentale.

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