Per l’Itas Trentino una sconfitta che non fa così male 

Trofeo sfumato, ma solo buone notizie per coach Angelo  Lorenzetti dal weekend di Perugia (ricezione a parte) 


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Perdere una Supercoppa al tie-break dopo una rimonta (da 0-2 a 2-2) come quella di cui si è resa protagonista l’Itas a Perugia non è certo cosa piacevole. In bocca, anche il giorno dopo, resta il sapore amaro di una mezza beffa. Ma negli occhi i tifosi della squadra trentini hanno ancora le immagini dei “numeri” di Jenia Grebennikov e Srecko Lisinac e, nei loro cuori, nutrono la speranza che Giannelli e compagni possano tornare a recitare un ruolo da primattori in Italia ed in Europa. Vediamo assieme perché.

LE CONFERME. Ovviamente Giannelli, che nessuno s’è mai sognato di discutere ma che, reduce ormai da non sappiamo nemmeno noi quante stagiooni praticamente prive di una vera, lunga sosta, da tempo non vedevamo così lucido in regia e al contempo così letale a muro e al servizio. Un gradino sotto, ma comunque meglio di quello della prima stagione trentina ci è parso anche Uros Kovacevic, la cui “giocolieria” potrebbe diventare un vero problema per i muri e le difese avversarie. Un’importante conferma è anche quella costituita dallo stesso Angelo Lorenzetti, “ancelottiano” nella sua volontà di dare spazio a tutti (leggi alla voce Cavuto, del quale scriveremo dopo) e di mantenere sempre il profilo basso.

GRANDI ACQUISTI. Gli applausi per le prestazioni sciorinate da Jenia Grebennikov e Srecko Lisinac si sono sprecati e non possiamo certo sottrarci al coro. Meglio in semifinale che in finale, ovviamente, ma le difese del libero francese ed i muri (ma anche gli attacchi ed il servizio) del centrale serbo sono le fondamenta sulle quali l’Itas Trentino potrà basare le sue fortune nella stagione 2018/2019. Buono anche l’impatto di Aaron Russell, con l’unica eccezione per il momento critico vissuto in seconda linea assieme al collega Kovacevic: la ricezione è sicuramente (oltre alla battuta) il fondamentale sul quale Lorenzetti, Petrella e Boninfante dovranno porre maggiore attenzione. Tornando agli acquisti, più che sufficiente è stato anche in rendimento del centrale veneto Candellaro (a differenza di tanti compagni, forse meglio in finale che in semifinale), mentre hanno convinto meno – complice lo scarso o scarissimo utilizzo – lo schiacciatore Van Garderen (quando è stato chiamato in causa, il suo lo ha almeno in parte fatto) e l’opposto Nelli (in campo per la battuta, ha inciso poco o nulla).

UN MESE E MEZZO DI LAVORO. Un mese e mezzo di lavoro con i “rincalzi” ed il solo titolare Vettori non è stato gettato al vento dal buon Lorenzetti. Che, alla prima occasione, si è confermato subito straordinario talent scout gettando nella mischia il giovane schiacciatore Oreste Cavuto, che l’ha ricambiato con i servizi che hanno permesso all’Itas Trentino di scavare il solco nel quarto set e di portare il match al tie break, poi purtroppo nettamente perso. Ma potrebbe esserci occasione per rifarsi.

@mauridigiangiac. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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