Paulissen e la Nisi “lupi” della Lessinia
Il 2 volte iridato e la tricolore primi alla Passo Boule Extreme
ALA. Il lupo perde il pelo ma non il vizio, racconta un vecchio proverbio. Ieri, nella Lessinia dei lupi “veri”, il già due volte campione del mondo Roel Paulissen (BEL) non ha certo perso la voglia di vincere. È suo, infatti, il sigillo alla quarta “Passo Buole Xtreme” proposta dalla SC Ala sul collaudato tracciato di 43 km con ben 1.690 metri di dislivello, successo consolidato dal secondo posto del suo scudiero Mattia Longa.
E se il nome tra i maschi è di quelli da urlo, altrettanto lo è al femminile, con Maria Cristina Nisi a concedere un bel bis con la maglia tricolore davanti all’instancabile Lorena Zocca.
Quella di ieri era la seconda tappa di Trentino MTB, che ha rimesso le maglie di leader assoluti del circuito sulle spalle di Longa e di Chiara Burato, ieri terza ma con una bella dose di sfortuna.
Dopo il via da Ala la gara ha preso la erta dei capitelli, uno sterrato molto ripido che culmina al santuario di San Valentino. Tanto è bastato per disegnare la cronaca della gara. Dopo il Santuario iniziava l’erta principale del percorso, quella che conduce a Passo Buole dove Longa e Paulissen hanno iniziato a mettere del pepe per stanare i più combattivi. Ai due della Cannondale HR Racing si è incollato Zamboni, poi a metà salita Longa ha “strattonato” gli avversari ed è stato il segno per dare il via all’attacco del campione belga.
Questa è la storia di un “lupo” solitario, perché Paulissen del team altoatesino Cannondale RH Racing non aspettava altro, ha messo i rapporti duri e via tutto da solo.
Sicuramente Mattia Longa non ha nemmeno cercato di scalfire la leadership del suo capitano e si è messo alla sue spalle a controllare la situazione. Un secondo posto che gli avrebbe consentito di mantenere il comando di Trentino MTB, il che non è certo un fatto di secondo piano, e così è stato.
Il primo a transitare a Passo Buole, cima Coppi della gara, è stato proprio Paulissen, con il compagno di colori ad una decina di secondi, dietro ha tenuto il passo per un po’ Andrea Zamboni, terzo a scollinare a Passo Buole, ma da dietro sia Cargnelutti che Depaul spingevano forte sui pedali tanto da passare sotto l’arco del Passo appaiati.
Maria Cristina Nisi ha messo invece la freccia ad inizio salita, tra un… capitello e l’altro, e nessuna l’ha più vista. Lo scricciolo del team Innovation Focus ha avuto una progressione micidiale e nessuna da dietro è mai riuscita a mettersi in scia. Forte del successo alla prima tappa di Trentino MTB in Val di Non, la veronese Chiara Burato ha cercato di limitare i danni ed in cima a Passo Buole è transitata seconda a 4’, con Lorena Zocca ben decisa a riconquistare un altro podio staccata di altri tre minuti.
Da Passo Buole ancora salita mista a discesa, poi la chicca della gara, un single track “vecchio stampo” di quelli che piacciono ai biker “duri”, una picchiata in quello che è comunemente indicato come il sentiero Rom e che ha catapultato i bconcorrenti a Ronchi.
In discesa Paulissen ha dato il meglio di sè, è scivolato via veloce danzando tornante su tornante ed alla fine si è presentato tutto solo in piazza San Giovanni ad Ala, col tempo di due ore esatte, proprio quando i rintocchi del campanile annunciavano mezzogiorno. Giusto il tempo di alzare la bici al cielo e da dietro spuntava la sagoma del compagno di team Longa, nemmeno un minuto di distacco, e dietro con un ritardo di quasi 3’ Cargnelutti, che nel finale ha staccato Depaul.
Nella gara femminile nessun colpo di scena al vertice, con la Nisi… fulmine a ciel sereno! Nel finale se l’è presa comoda ed ha badato solo a controllare la situazione. Dietro però succedeva l’imprevisto. La Burato rimaneva appiedata dalla gomma e doveva affrontare un lungo tratto in discesa sul solo cerchio, con ovvio rallentamento, consentendo alla Zocca di guardare con convinzione all’argento. Al successivo punto di assistenza la giovanissima della Focus cambiava ruota, ma ormai la Zocca si era involata ed a nulla sono servite le energie profuse per il recupero, se non per limitare il distacco.
La Zocca è arrivata a 3’ dalla Nisi, la Burato invece a 12’.