«Non potevamo fermare la 3Tre»
Morte in pista: il presidente Lorenzo Conci spiega la condotta degli organizzatori e della Fis
MADONNA DI CAMPIGLIO. Dopo la morte in diretta tv di Lanfranco Bertocci, il guardiaporta della 3Tre vittima di un infarto nel corso della gara di martedì sera, parola al presidente del comitato organizzatore campigliano Lorenzo Conci: spetta a lui replicare alle accuse di chi avrebbe voluto che la gara venisse fermata.
Presidente Conci, ci spiega la ratio delle vostre decisioni?
Quando abbiamo saputo che un maestro era stato colto da un malore in pista abbiamo immediatamente attivato i soccorsi. Non sapendo per quanto si sarebbe protratto l’intervento, si è provveduto a mettere in sicurezza la pista. A quel punto il direttore di gara della Fis, Günther Hujara, ha mandato sul posto il suo vice, Hans Piren, che ha verificato che la gara potesse riprendere in tutta sicurezza. Al segnale di Piren, la gara è quindi ripresa, per essere nuovamente interrotta quando il maestro è stato condotto all’ambulanza.
Quando ha saputo che Bertocci era deceduto?
La voce ha iniziato a circolare quando la prima manche era già finita. Le assicuro che è stato un grande shock anche per noi, tutto il comitato organizzatore ha fatto davvero fatica a riprendere il suo lavoro.
Avete mai pensato di interrompere la gara?
La gara va fermata quando c’è il timore che ciò che è accaduto possa ripetersi. Un episodio come quello che è costato la vita a Bertocci non ha nessun nesso con lo svolgimento della gara.
Non si poteva nemmeno evitare che la gara riprendesse mentre Bertocci veniva soccorso a bordo pista? Sono immagini che hanno fatto il giro del mondo...
Io non ero sul posto. Come ho già spiegato, questa decisione è stata assunta da un tecnico molto competente come il vice del direttore Hujara. È lui che sovrintende alla preparazione ed alla sicurezza della pista, non solo a Campiglio ma sulle piste di tutta la Coppa del Mondo.
Ad un giornale nazionale lei avrebbe dichiarato “non siamo responsabili delle condizioni di salute di quel maestro”. Una dichiarazione un po’ infelice, non trova?
Sono stato contattato telefonicamente dai cronisti dopo la fine della gara, in un momento di grande concitazione. Da quella dichiarazione non traspariva sicuramente la tristezza mia e di tutto il comitato organizzatore, con quelle parole volevo solo spiegare che quello che era successo non dipendeva dallo svolgimento della gara, che noi eravamo chiamati a garantire l’intervento dei soccorritori perché il paziente venisse curato. Caso diverso sarebbe stato quello in cui il maestro, che ne so, fosse stato investito in pista, in quel caso mi sarei chiesto dove avevamo sbagliato.
Conosceva Lanfranco Bertocci? Farete qualcosa per onorarne la memoria?
Certo, lo conoscevo. Stiamo contattando la famiglia per le esequie e successivamente penseremo ad una maniera per ricordarlo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA