Luca e Nadir dal Trentino alla conquista del mondo con la maglia grigiorossa
Trento. C’è un’altra squadra in serie B, oltre al Pordenone di cui abbiamo già raccontato, parecchio… trentina. È la squadra di una città meravigliosa che, limitandosi all’ambito calcistico, può...
Trento. C’è un’altra squadra in serie B, oltre al Pordenone di cui abbiamo già raccontato, parecchio… trentina. È la squadra di una città meravigliosa che, limitandosi all’ambito calcistico, può vantarsi di aver dato i natali a due campioni del calibro di Gianluca Vialli e Antonio Cabrini: la Cremonese. Cosa accomuna il Trentino ai grigiorossi? Semplice: Luca Ravanelli e Nadir Zortea.
Il percorso sportivo dei due giovanissimi trentini, che ha portato Ravanelli dalla collina Est di Trento e Zortea dal Primiero alla Cremonese, è molto simile. Anzi, quasi uguale. Diverse sono state le maglie che i due difensori di casa nostra hanno indossato, ma la “strada” lungo la quale hanno camminato presenta enormi punti in comune: entrambi hanno iniziato in una realtà locale, entrambi sono stati scelti dalle maggiori realtà del territorio regionale e da lì hanno spiccato il volo. Tutti e due, tra l'altro, sono stati protagonisti di un’altra avventura “intermedia”, che ha permesso loro di raggiungere i massimi livelli calcistici in ambito giovanile, prima di approdare nel calcio che conta.
La differenza? Il ruolo e l'età: Ravanelli ha 23 anni, Zortea 21 e, dunque, nel carnet del primo ci sono anche due - importantissime - stagioni vissute tra serie C e serie B con un campionato di Terza Serie vinto con la maglia del Padova.
Entrambi, per il secondo anno di fila, sono punti fermi della formazione guidata da Bisoli, che li impiega senza soluzione di continuità: Ravanelli è uno dei tre difensori centrali dello schieramento grigiorosso, Zortea agisce da esterno di metà campo nella linea a cinque ma, all’occorrenza, agisce anche da centrocampista centrale.
Ieri la “Cremo” è scesa in campo al “Mapei Stadium - Città del Tricolore” contro la Reggiana in un match salvezza di fondamentale importanza per entrambe le squadre: 90 minuti per Ravanelli, 71 per Zortea, uscito nella ripresa per far spazio a Ceravolo.
Luca Ravanelli: un predestinato. Trentino, ma con l’accento emiliano.
In molti l’avevano capito che ce l’avrebbe fatta. Quel ragazzino di Montevaccino, innamorato da sempre del pallone, aveva una, due, tre marce in più rispetto ai coetanei e di quelli più grandicelli. Cresciuto e formatosi nel Calisio, approda al Mezzocorona nel 2012: ha già 15 anni e, dunque, sembra in “ritardo” rispetto a tanti altri, ma non è così. Il Parma lo visiona una prima volta e, dopo il secondo provino, lo porta nella città Ducale. In gialloblù resta per due stagioni, colleziona anche alcune panchina in serie A agli ordini di Roberto Donadoni, ma nel 2017 il Parma fallisce e lui resta libero. Poco male perché il responsabile del Settore Giovanile Francesco Palmieri si trasferisce al Sassuolo con identiche mansioni e porta con sé i ragazzi più talentuosi del “fu” Parma, compreso Ravanelli.
Nel giro di due anni diventa capitano della formazione “Primavera”, con cui vince un “Torneo di Viareggio” dopo il successo in finale contro l’Empoli. È il Sassuolo di Scamacca, Adjapong e Pierini, ma anche di Ravanelli (che alza al cielo il trofeo con la fascia al braccio) e del portiere Costa, qualche anno or sono in forza al Levico Terme in serie D.
Finito l’apprendistato Ravanelli sbarca nel calcio dei “grandi” e le sue indiscutibili capacità rendono il passaggio quasi indolore: approda al Padova in serie C dove gioca 17 partite, realizza 1 rete e, a fine anno, festeggia la promozione in B. Nel torneo cadetto è titolare inamovibile sin da subito, si toglie lo sfizio di segnare 2 reti in 16 presenze, prima che la frattura ad un piede lo costringa ad un lungo periodo di forzata inattività.
A fine anno rientra al Sassuolo, proprietario del suo cartellino, ma su di lui arriva decisa la Cremonese, che vince la concorrenza di altre società e se lo assicura. Risultato? Trenta presenze, 1 gol (il “vizietto” lo ha eccome) e salvezza conquistata grazie anche allo strepitoso rush finale con Bisoli, quarto allenatore della stagione club grigiorosso, in panchina. Con il tecnico di Porretta Terme, Ravanelli aveva già condiviso la doppia esperienza a Padova.
Archiviata la seconda annata in serie B, Ravanelli torna ad essere a tutti gli effetti un giocatore del Sassuolo, ma il rientro a Cremona si concretizza ad inizio settembre e il 23enne di Montevaccino torna ad indossare la maglia numero 25 grigiorossa.
Nadir Zortea: dal Primiero con furore per intuizione del “mito” Mino Favini.
Cicona, la frazione del comune di Canal San Bovo di cui Zortea è originario, è un minuscolo centro abitato di appena 85 anime. Ottancinque sì, nessun errore. Eppure quel ragazzone che sin da piccolo si nutriva soprattutto di pallone, ha sempre retto benissimo l’impatto con qualsiasi realtà che ha conosciuto.
Inizia a sgambettare con il Primiero, prima di trasferirsi alla Feltrese. Con i Giovanissimi partecipa al campionato Elite veneto e viene notato dagli osservatori dell’Alto Adige, che lo portano a Bolzano. La distanza e il cambio di vita non lo spaventato ed eccolo allora in biancorosso a confrontarsi con gli Allievi del campionato dedicato alle formazioni che militano in Lega Pro. L’Alto Adige gioca contro il Cittadella e in tribuna c’è un “certo” Mino Favini, il più grande talent scout del calcio italiano: lo nota, parla con la famiglia e lo porta a Bergamo, perché intravede in lui qualità non comuni. Detto e fatto: un anno di rodaggio con gli Allievi Lega Pro, poi arriva lo scudetto Under 17 con gli Allievi nel campionato riservato a squadre di serie A e serie B e arriva il momento di affrontare il campionato “Primavera”. A settembre 2016 viene mandato al Vicenza, perché li avrebbe trovato più spazio, ma l’esperienza in biancorosso dura pochi mesi, visto che già a gennaio 2017 l’Atalanta lo richiama a Bergamo. Da quel momento Zortea diventa uno dei punti fermi della “Primavera” orobica con cui, a giugno 2019, si laurea campione d’Italia.
E, al pari di Ravanelli, anche il primierotto alza al cielo un trofeo “pesantissimo” con la fascia di capitano al braccio e la dedica per Mino Favini, scomparso qualche giorno prima della finalissima contro l’Inter decisa dalla rete di Colley.
L’atto conclusivo disputato al “Tardini” rappresenta anche la sua ultima gara nel calcio giovanile. Zortea prende la via di Cremona e, alla prima avventura nel torneo cadetto, totalizza 23 presenze, 16 delle quali da titolare, impreziosite da un gol - pesantissimo - rifilato alla Salernitana in un incontro pirotecnico conclusosi in parità.
Il difensore originario della valle del Vanoi, che molti faticano a trovare sulla carta ma è luogo d’incredibile bellezza, all’ombra del Torrazzo sta benissimo e, allora, perché non prolungare il matrimonio? Detto e fatto.
Un infortunio nel corso del ritiro estivo di Dimaro lo limita nella prima parte di stagioni ma poi, quando i guai fisici sono alle spalle, Zortea riguadagna subito la maglia da titolare. E pure la convocazione nella Nazionale Under 21 B, nata con il preciso obiettivo di tuterlarsi in caso di cluster improvvisi. Recentemente Zortea ha partecipato al ritiro di Tirrenia agli ordini di Bollini ad ulteriore testimonianza che il 21enne trentino è uno degli esterni italiani più interessanti del torneo cadetto.
Il prossimo step per i due corazzieri trentini? Ovviamente l’approdo in serie A. Il tempo e le qualità sono decisamente dalla parte di entrambi.
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