Lo scoutman delle vittorie dice addio a Trento
TRENTO. Ci sono treni che passano una volta sola nella vita. Che ti costringono a rinunciare a fare un qualcosa che ti piace moltissimo, ma che sai non potrà durare per sempre. Un ragionamento che non fa una grinza, una scelta di vita che ha spinto Matteo Levratto a dire addio a Trentino Volley in modo repentino con l’ok della società.
«Mi spiace dover lasciare – racconta lo scoutman della Diatec – ma quella che mi si è presentata è un’occasione da non perdere in questo momento storico. Torno a fare quello che facevo anni fa, prima di scegliere di lavorare nel volley, ovvero l’ingegnere. Ho ricevuto una bella offerta da un’azienda in provincia di Bergamo. Mi dispiace dover andar via da un posto dove stavo benissimo come Trento, ma non me la sentivo di perdere questa occasione».
Originario di Finale Ligure, Levratto arrivò all'ombra del Bondone nel 2008 ed è stato lo scoutman di tutte le vittorie trentine, eccezion fatta per il primo scudetto. «Sono stati sei anni intensi ma con soddisfazioni immense – prosegue – nemmeno nei miei sogni più rosei potevo immaginare una cosa del genere. Ancora non mi rendo conto di aver fatto parte di qualcosa di irripetibile, l’aver partecipato a questo qualcosa di straordinario mi riempie di orgoglio e felicità». Molto apprezzato non solo per il suo lavoro di scout ma anche per le sue qualità umane, Levratto imballerà tutto e partirà nel breve volgere di un paio di giorni. Mentre la società di via Trener è a caccia di un sostituto.
«Tornerò comunque a Trento, anche se solo da visitatore – continua l’ex scoutman – voglio tornarci perché questa città e questa gente lo merita. Qui si vive e si lavora bene, tutto qui ha la giusta dimensione. È una città ma non è una metropoli alienante, nella quale resta il piacere di farsi un giro a piedi in centro, incontrare dei conoscenti e prendere un caffè insieme come succede nei paesi. Ma al tempo stesso ha tutte le potenzialità della città. Vivere qui è stato bellissimo».
Per adesso Levratto, che ha anche il grado di allenatore, non si dedicherà al volley ma solo al lavoro. Più avanti, chissà. «Ogni vittoria qui è stata molto significativa – conclude – se devo dirne una dico la Champions a Praga nel 2009, perché fu la prima volta che vincevo qualcosa. Ma tutte sono state speciali. Saluto e ringrazio tutti i trentini, mi avete fatto sentire davvero a casa»