La storia del salto in Val di Fiemme è legata a Bazzana
Il tarvisiano, già campione italiano e tecnico Fisi, nel 1973 rilanciò il trampolino a Passo Rolle, ora ospita Casa Austria
PREDAZZO. La storia di Albino Bazzana è un po’ quella del salto con gli sci in Val di Fiemme. Il 71enne tarvisiano, campione italiano nel 1969, è titolare assieme alla moglie Giancarla dell’Hotel Sass Maor di Predazzo, da decenni punto di riferimento quasi imprescindibile per i migliori saltatori di tutto il mondo, che vi fissano il proprio quartier generale tanto in occasione di appuntamenti importanti come i Mondiali ormai alle porte, quanto d’estate per gli allenamenti a secco e su plastica. Merito appunto di una saga sportiva ma al contempo familiare e imprenditoriale come quella dei Bazzana.
«Cominciai a saltare a 15 anni, con lo Sci Cai Monte Lussari – ricorda Albino – A Tarvisio c’è sempre stata una grande tradizione. Prima il sottoscritto e Mario Cecon, poi il più noto Roberto Cecon. Entrai nella Forestale, ma per fare il servizio militare, alla scuola militare alpina di Courmayeur, dovetti smettere. Poi feci il corso della Forestale a Città Ducale, ma a saltare andavo sempre a Tarvisio. Rimasi in squadra fino al 1972, poi l’allora direttore agonistico Amati assegnò a me, Mario Cecon, Ezio Damolin e Fabio Moradini la rifondazione del settore giovanile azzurro. Lavorai come tecnico Fisi fino al 1980».
La storia “fiemmese” del friulano Albino era già cominciata: nel 1965, nel pieno della carriera agonistica, in occasione di un allenamento sul trampolino di Passo Rolle, aveva conosciuto la futura moglie Giancarla Schenk, gardenese, che allora gestiva la Capanna Rifugio Sass Maor. Amore a prima vista: nel 1966 erano già sposati. Ma il trampolino di Passo Rolle costituisce un passaggio fondamentale non solo per la vicenda personale del nostro, bensì anche per quella del salto con gli sci in Val di Fiemme: nel 1973 è lo stesso Albino – con la collaborazione della Guardia di Finanza e del proprietario – a rinnovarne lo strutture. «L’anno dopo avemmo un bel colpo di fortuna – ricorda ancora Bazzana – in tutta Europa la neve scarseggiava e tutte le squadre prenotarono il trampolino di Passo Rolle per i loro allenamenti. La neve poi arrivò, ma le federazioni mandarono comunque i loro giovani a Passo Rolle e anche noi della Fisi gettammo lì le basi per la crescita dei nostri atleti». Una società guida del movimento come l’Us Dolomitica deve peraltro buona parte della propria esperienza alle finali di Coppa Europa organizzate per anni proprio sul K75 di Passo Rolle.
Prima del 1991 in Val di Fiemme c’era solo un piccolo trampolino in località Lose, tra Predazzo e Ziano. Poi, i Mondiali, e tutto cambiò. La famiglia Bazzana ottenne l’ok per costruire lo Sporthotel Sass Maor a Predazzo e a Stalimen furono eretti i moderni trampolini iridati. E Albino assunse il ruolo di responsabile della pista di lancio che ebbe poi anche nel 2003 e che ricoprirà anche quest’anno. «Poi però basta...», dice ridendo.
Il trampolino è importante, ma ancora più importante – per Bazzana – è un personaggio che coinvolga i giovani atleti. «Mario Plazzotta a Tarvisio, Giuseppe Dal Ben a Predazzo, Romed Moroder in Val Gardena, che ha creato il bel movimento dal quale sono uscite le azzurre Runggaldier e Insam. A Cortina avevano il trampolino olimpico, ma di campioni non ne sono mai nati».
A Bazzana piace il movimento femminile: «Fanno un po’ tenerezza queste ragazzine – dice – ma il loro corpo così naturalmente leggero è l’ideale per il salto».
A Predazzo Albino, Giancarla e il figlio Egon ospiteranno Casa Austria e il campionissimo Gregor Schlierenzauer. Un personaggio da copertina? «Macché, quelli saltano, mangiano e dormono – conclude Bazzana – ma lo fanno ad uno scopo, in Austria il salto è uno sport che arricchisce gli atleti. Qui da noi, invece...».
©RIPRODUZIONE RISERVATA