La Diatec zoppica per Verona è festa 

I gialloblù dell’ex Grbic passano per 3 set a 1 al PalaTrento



TRENTO. Ed ora c'è da capire. Perché che qualcosa non vada in casa Diatec Trentino è più che evidente. Che le cose da sistemare siano tante anche. Che sia fase break o fase di cambio-palla, la formazione trentina ha parecchie cose da mettere a posto e questa sconfitta interna contro Verona l'ha sigillato. È un gruppo, ma ancora non una squadra questa Diatec Trentino vittima di un filotto impressionante di alti e bassi. Contro una Calzedonia priva di Djuric ma con una voglia matta di lottare (l'imprinting, dopotutto, è quello di Nikola Grbic) la Diatec ha una reazione d'orgoglio dopo un avvio pessimo, ma non basta.

I numeri, le statistiche, dicono che un avvio del genere non si vedeva da un pezzo, da oltre un decennio. Quattro sconfitte in sei giornate di regular season, due interne contro Milano e Verona e due esterne, a Ravenna e Civitanova Marche senza dimenticare i due ko in due giorni in Supercoppa Italiana. Insomma, la Diatec ancora non ha una sua identità, un suo gioco. Non ha le proprie sicurezze, tutte da costruire dopo la rivoluzione estiva. Il noviziato di questo progetto tecnico si sta pagando a caro, carissimo, prezzo. Le pretendenti grandi in classifica sono lassù, con Perugia (prossima avversaria dei trentini, fra dieci giorni) capolista imbattuta con 11 punti in più della squadra di Lorenzetti. Ma in questo momento parlare di classifica e di obiettivi è superfluo. In questo momento serve trovare l'anima di questa Diatec, la sua identità, per capire davvero a cosa possa ambire. Ad oggi il gap con molte altre squadre è ampio e lo si è visto contro una Verona non perfetta. Che ha battuto bene, ma non benissimo (6 ace a fronte di 22 errori), che ha murato di più dei trentini (12 a 7), che in attacco alla fine ha avuto un rendimento simile a quello dei padroni di casa (45% la Diatec, 44% la Calzedonia) ma solamente perché ad abbassare la media c'è il brutto terzo set degli scaligeri.

Non una partita bellissima quella di ieri al PalaTrento. Errori da ambo le parti, fra due sestetti che non sono ancora al meglio. Con la Diatec che è seduta sulle montagne russe, alternando alcune cose egregie ad altre decisamente negative. Verona si dimostra più continua, più solida, soprattutto su palla alta. Dove un ispirato Spirito (perdonate il terribile gioco di parole) trova le buone prove di tutti e tre i suoi fucilieri: Maar (Mvp della gara con 13 punti ed il 61% in attacco e due ace) soprattutto, ma anche Jaeschke e Stern riescono a dare più sicurezze al suo regista di quanto i trentini fanno con Giannelli. Perché il regista bolzanino inizialmente ci prova a chiudere tanto il gioco, chiamando spesso in causa i suoi centrali, ma per vincere serve la palla alta. E se Hoag e Vettori spariscono praticamente subito dalla partita, tutto diventa più complicato. Perché Teppan alcune cose buone le fa, ma non abbastanza (9 punti con il 47% in attacco). Così accanto al solo Lanza (13 punti, 46% in attacco) ecco che si vede un Kovacevic che parte piano e cresce tanto poi (13 punti con il 42% in attacco). Ma i due schiacciatori non bastano per tappare tutte le falle di questa costruenda Diatec. Lo si vede nel primo set, quando fino al 13-12 regna l'equilibrio ma poi Jaeschke va in battuta e manda all'aria il cambio-palla trentino: 6-0 di break, 13-18 il punteggio e parziale tutto veronese. Anche nel 2° il copione è simile, con Verona che rompe l'equilibrio quando pesa, nel finale, quando il pallone scotta, sfruttando anche i maggiori errori dei padroni di casa. La reazione d'orgoglio del 3°set, praticamente dominato, salva la situazione ma non basta per arrivare al tie-break. Visto che nel 4° parziale Verona gioca semplicemente meglio (11-14, 12-19) con Trento che riesce solo a riavvicinarsi nel finale. (niba)













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