Il nuovo che avanza non spaventa Dallapè
Tuffi, l’oro di Bertocchi e Pellacani non stravolge i piani di Francesca: «Ma se Tania Cagnotto non tornasse, smetterei»
BOLZANO/TRENTO. Il sorprendente oro di Elena Bertocchi e Chiara Pellacani, agli Europei di tuffi non “spaventa”, Francesca Dallapè, intenzionata a inseguire la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2020 assieme a Tania Cagnotto. La tuffatrice trentina, mamma di Ludovica dalla primavera 2017 e rientrata alle competizioni a dicembre, è in attesa di una risposta dalla storica partner bolzanina. La quale, a sua volta mamma di Maya dal gennaio scorso, nelle prossime settimane dovrebbe comunicare le modalità di rientro all’attività. Tania dovrebbe riprendere la preparazione atletica a settembre e quindi tornare sul trampolino attorno a fine ottobre. Il cammino successivo sarà tutto da scoprire.
Sulla vittoria della nuova coppia azzurra vanno precisati alcuni aspetti. Sicuramente Pellacani è un’ottima atleta che, seppur in coppia, ha tolto alla Cagnotto il primato di più giovane tuffatrice italiana medagliata a un Europeo assoluto. Chiara l’ha vinta a 15 anni e 11 mesi, Tania nel luglio 2003 a Berlino (bronzo con Maria Marconi nel sincro e argento dalla piattaforma) aveva 18 anni e 2 mesi. Altro aspetto: il punteggio. Cagnotto-Dallapè, otto volte che si sono laureate “Regine d’Europa”, non sono mai scese sotto i 313,08 punti; Bertocchi e Pellacani hanno vinto con solo 289,26.
«Il nostro sogno è quello di andare alle Olimpiadi da mamme... Sono in attesa di conoscere le intenzioni di Tania. Poi ci sarà da parlare di obiettivi e di programmazione – afferma Francesca Dallapè –. Considerato che a settembre Ludovica andrà all’asilo nido, mi metto sin d’ora a disposizione per andare al mattino a Bolzano per allenarmi. Se si partirà servirà organizzarci e la mole di lavoro sarà di 5-6 ore di allenamento al giorno. Adesso utilizzo queste stesse ore nell’arco di una settimana».
Se Tania non volesse più riprendere l’attività, quale sarebbe la sua scelta?
«Tania mi ha detto che vuole provare a ritorevare il feeling sul trampolino. Tornando alla domanda: a quel punto smetterei anch’io. Ho gareggiato in quest’ultima stagione anche perché faccio parte del Centro Sportivo Esercito».
È stata una sorpresa la vittoria di Bertocchi-Pellacani?
«Diciamo che sono state più brave delle altre e la gara non è stata eccezionale da parte di nessuna coppia. Si evince anche dai punteggi. In una finale con tanti errori e tante imprecisioni, le nostre ragazze hanno spiccato».
Come mai questo sensibile calo nel settore femminile?
«Noi siamo state protagoniste negli anni migliori, nel corso dei quali abbiamo trovato avversarie che ci hanno fatto sudare. Un anno c’erano le ucraine, l’altro le russe, l’altro ancora le inglesi o le tedesche... C’era molta alternanza. Poi, e questo è alla luce del sole, tante hanno smesso, c’è stato un ricambio generazionale. Il nostro record è di 329, punteggio che è valso l’argento mondiale a Roma nel 2009».
Tra dicembre e gennaio ci sarà il primo confronto. Lo teme?
«Loro sono le campionesse europee. Nel caso in cui decidessimo di proseguire è normale doversi confrontare con loro».
Fiduciosa nel rientro delle “sorelle d’Italia” è anche Giuliana Aor, storica allenatrice della Dallapè. «Provare non costa nulla, poi bisognerà vedere nel tempo quando riusciranno a dedicare all’allenamento – afferma la tecnica – Nessuno ha la bacchetta magica. Va detto che la qualità è un po’ scesa. Mi domando: dove sono le russe, le ucraine, le tedesche?».
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