Il mondo celebra Sinner: «Un marziano, tennis in buone mani»
Il campione altoatesino batte Alcaraz e rompe il 'tetto di cristallo': «E’ la mia vittoria più bella». In caso di vittoria a Miami salirebbe al 6° posto del ranking
ROMA. "Questo Sinner" quello che a Miami contro Carlos Alcaraz si è preso la rivincita su Indian Wells per quella che è stata ribattezzata la sfida tra marziani è "il migliore di sempre".
Il mondo, soprattutto i media spagnoli, celebra il ragazzo venuto dall'Alto Adige a rovinare i sogni di gloria del baby fenomeno iberico in un match ribattezzato come 'El Sinnaraz', il nuovo Clasico del tennis mondiale.
Un exploit contro il numero 1 che per l'azzurro equivale a frantumare il famoso 'tetto di cristallo' del tennis lanciando il campione nato a Sesto Pusteria sempre più nel gotha della racchetta dove è già sicuro del n.9 e in caso di vittoria in finale a Miami con Medvedev potrebbe diventare n.6 Atp.
È difficile sapere se Jannik se l'era immaginata proprio così - si chiede la stampa internazionale - la sua rivincita contro Carlos Alcaraz, ma fin dalla sconfitta in semifinale a Indian Wells l'altoatesino aveva in testa un solo obiettivo: vendicarsi il prima possibile. Si è guadagnato l'opportunità già a Miami e l'ha concretizzata da campione, battendo il numero uno del mondo (che non lo sarà più per colpa sua) con una prestazione stellare che lo porta in finale.
Sinner, terzo italiano a battere un numero 1 del mondo in carica in un Masters 1000 e primo a farcela sul veloce. "Sicuramente - ha detto l'azzurro in conferenza stampa - è una delle mie vittorie migliori. È stato un match molto duro, nel quale entrambi abbiamo giocato a un livello davvero alto. Quando giochi un tennis come questo, stare in campo è molto bello. Te ne accorgi, senti l'energia del pubblico. Fa piacere essere parte di sfide così, che regalano del bel tennis. Rispetto a Indian Wells ho cambiato un paio di cose, che hanno funzionato. Quali? Non ve lo dirò, ma penso che se ne sia accorto anche Alcaraz. La prossima volta sarà lui a cambiare qualcosa, e io dovrò cercare di farmi trovare pronto".
E i media, che parlano di scambi tra i due next gen "dell'altro mondo" riavvolgono la pellicola della carriera di Sinner per spiegare il fenomeno del tennis italiano: due anni per mettere le basi di una rivoluzione, due anni per costruire un presente e un futuro all'altezza dei sogni che ha. Da Miami 2021 a Miami 2023, nello spazio tra la prima e quella che sarà la seconda finale in carriera in un Masters 1000, Sinner ha preso una strada diversa per arrivare dove ha sempre voluto, ad essere la versione migliore di se stesso. E mai ha mostrato una versione migliore di quella vista in campo nella semifinale contro Carlos Alcaraz nel settimo capitolo complessivo della rivalità destinata a caratterizzare almeno il prossimo decennio. "Il tennis - dice John Isner, ex Top 10 - è in buone mani".