I tanti ricordi in rosa degli ex «pro» altoatesini
BOLZANO. Scrisse Gianni Brera: «Se lo sport è cultura, il ciclismo è arte!» e anche un po’ "magia". Per la prima volta nella storia, i cinque ciclisti altoatesini arrivati al professionismo si sono...
BOLZANO. Scrisse Gianni Brera: «Se lo sport è cultura, il ciclismo è arte!» e anche un po’ "magia". Per la prima volta nella storia, i cinque ciclisti altoatesini arrivati al professionismo si sono ritrovati tutti insieme ieri pomeriggio al Centro Trevi di Bolzano per l’incontro pubblico intitolato “Il Giro d’Italia tra memoria e storia”. Si sono trovati uno accanto all’altro: Bruno Brasolin, Renato Marchetti, Cristian Zanolini, Claudio Camin e Manuel Quinziato. Di fronte a un pubblico numeroso e partecipe, insieme agli ex “pro” anche il presidente della Federciclismo altoatesina, Antonio Lazzarotto, le cicliste neo-Elite Elena Pirrone e Alessia Vigilia, la consigliere federale e ciclista attiva nello “scatto fisso” Elena Valentini e un gruppo di cronometristi bolzanini con alle spalle oltre dieci servizi al Giro d’Italia. Il professor Stefano Pivato, co-curatore della mostra, in corso al Trevi, storico dello sport e docente universitario, ha raccontato una serie di aneddoti che hanno caratterizzato la storia del ciclismo, un tempo lo sport popolare in Italia per poi essere superato dal calcio. Aspetti sociologici e politici, oltre che sportivi legati alle due ruote e al Giro d’Italia in particolare. Sono stati proiettati i filmati storici della “Settimana Incom”, custoditi nell’archivio del Centro Audiovisivi e le splendide foto dell’Archivio storico provinciale relative alla corsa rosa in una Bolzano profondamente diversa e sulle Dolomiti. E’ stata poi la volta dei professionisti bolzanini, incalzati dalle domande del giornalista Daniele Magagnin. Bruno Brasolin ha ricordato il sudore e la fatica per arrivare al professionismo a inizio anni ’60 con allenamenti alle 4 del mattino. Volontà e passione, dedizione e impegno per arrivare ai massimi livelli. Renato Marchetti si è soffermato su aneddoti e curiosità di 8 anni da grande e apprezzato gregario di Francesco Moser. Cristian Zanolini ha raccontato come è arrivato professionista e le stagioni accanto a Marco Pantani: «Un generoso, una persona squisita». Esperienza da velocista accanto a grandi velocisti, anche al Tour, per Claudio Camin, a sua volta arrivato in alto a suon di risultati e fatica. E poi il più fresco ex, Manuel Quinziato, sedici stagioni da apprezzato e stimato “pro” con due medaglie iridate nella cronosquadre e un ruolo di leader in gruppo. Ora la nuova carriera di procuratore nel ciclismo, con la laurea in giurisprudenza.
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