Giovannini e Bosa da record negli States
Il pinetano ha battuto il primato italiano dei 10.000 metri, il valsuganotto quello dei 500
SALT LAKE CITY. Andrea Giovannini toglie il record italiano dei 10.000 metri ad Enrico Fabris, David Bosa sui 500 migliora il già suo primato nazionale. Il pattinaggio velocità italiano della new generation che si sta mettendo in luce in quest’avvio di Coppa del mondo è “made in Trentino”. Sulla pista più veloce del mondo, l’Utah Olympic Oval alle porte di Salt Lake City, l’Italia ha fornito il suo ottimo contributo in quello che è stato il fine settimana più elettrizzante degli ultimi anni.
Se Bosa ha portato il limite delle velocità azzurra a 34,79 e Giovannini quello della distanza più lunga a 13.07,20, a livello mondiale si è assistito a due performance stellari. Sui 500 il russo Pavel Kulizhnikov è il primo pattinatore di sempre a scendere sotto il muro dei 34” fermando i crono a 33,98 mentre sui 10.000 il canadese di origini olandesi Ted-Jan Bloemen con 12,36,30 ha distrutto di cinque secondi il precedente record che apparteneva a Sven Kramer. Giovannini, classe 1993, finanziere di Rizzolaga di Pinè, dopo 3534 giorni ha portato via il primato ad Enrico Fabris, il più grande pattinatore italiano di tutti i tempi capace, tra le varie imprese, di vincere l’oro olimpico sui 1500 ed il bronzo sui 5000 a Torino 2006. Il 19 marzo 2006 l’atleta di Roana a Calgary aveva coperto la distanza in 13.10,60. Andrea, che si presentava con un personale di 14.02,77, oltre ad essere stato protagonista dei 10.000 metri più veloci di sempre, ha egregiamente gestito le forze sulla massacrante distanza. Se la prestazione tecnica è stata eccellente, analoga quella tattica con passaggi regolarissimi che una volta lanciato hanno oscillato tra i 30,8 ed i 31,8. Davanti al pinetano, classificatosi ottavo nel gruppo A, solo campioni del calibro di Kramer (secondo in 12.44,26) e l’altro olandese Jorrit Bergsma (12.53,99). Nella Division B dei 1500, Andrea è giunto ottavo con il nuovo personale (1.46,43).
L’altra magia è stata quella di Bosa. Il poliziotto di Novaledo, classe 1992, si è classificato quarto nel gruppo B (vincitore il sudcoreano Tae-Yun Kim in 34,59) migliorando di appena un centesimo quanto aveva fatto la settimana prima a Calgary mettendo in evidenze le due doti di spinter. Nella prima gara sui 500, Bosa era giunto decimo con 35,00 mentre meglio di lui aveva fatto Mirko Nenzi, settimo, con il nuovo personale di 34,84. Mostruoso nella Division A il 33,98 di Kulizhnikov, 21enne pattinatore di Vorkuta rientrato alle gare lo scorso anno dopo una squalifica di due anni per doping.
Il terzo primato nazionale è stato quello di Francesca Lollobrigida sui 5000 metri. La pattinatrice laziale che vive e si allena in Olanda è giunta decima nella Division B fermando i crono a 7.09,37, migliorando di quasi cinque secondi quanto aveva fatto due anni fa ad Astana. Successo con annesso record nazionale per l’oranje Carien Kleibeuker (6.45,04). Personale anche per Francesca Bettrone, 22esima in 7.29,92. A Salt Lake City si è messa in luce anche l’altoatesina Yvonne Daldossi che nella prima prova dei 500 con 38,62 ha fatto segnare il primato personale classificandosi settima a mezzo secondo dalla vincitrice, la sudcoreana Min-Sun Kim (38,10). La meranese nella seconda prova ha chiuso sesta in 38,71. Sui 1500 metri nuova stellare prestazione dell’americana Heather Richardson-Bergsma al record del mondo con 1.50,85 davanti alla connazionale Brittany Bowe (1.51,31).
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