Giacca: Trento in Eccellenza, ma lo voglio ancora più in alto
Il presidente festeggia la promozione e guarda avanti: puntiamo a riportare qui a tifare chi si è allontanato
TRENTO. È rimasto impassibile e quasi distaccato per buona parte dei festeggiamenti sul terreno di gioco, ma una lacrimuccia gli è scesa dal viso. Ok, il Trento ha vinto "solamente" la Promozione e il percorso è solamente all'inizio (parole sue), ma ieri è arrivato il traguardo che Mauro Giacca e i suoi collaboratori inseguivano sin dal primo giorno in cui hanno deciso di prendersi "cura" del Trento. «La soddisfazione c'è - esordisce il massimo dirigente gialloblù - ma è moderata. Abbiamo lavorato tanto per raggiungere questo primo obiettivo ed è arrivato. Se penso a quanto è stato fatto dal primo giorno ad oggi... beh, allora la soddisfazione aumenta perché solamente chi c'era e ha visto con i propri occhi sa quale situazione disastrosa, sottolineo di-sa-stro-sa, abbiamo trovato a luglio 2014. Ho davanti un bel pubblico che festeggia e plaude a questi ragazzi, allora la prima cosa che vedemmo una volta varcati i cancelli fu un cumulo d'immondizie mai smaltite e accastate sotto la scala che porta alla Tribuna Nord. Siamo felice e festeggeremo, ma con moderazione. Ogni traguardo che si raggiunge è importante, ma noi vogliamo arrivare più in alto». Giacca è così, prendere o lasciare: impulsivo finché si vuole, di gran cuore (ogni tanto pure troppo), ma senza di lui oggi dove sarebbe la società gialloblù? Il presidente è un fiume in piena e, quando gli si dice che il Trento è “antipatico” perché “spende e spande” e vuole fare “il professionista tra i dilettanti”, lui stoppa tutti: «Piano, piano, perché non è proprio così. Noi non vogliamo essere “spandoni”, come si dice in gergo, ma cercare di anticipare i tempi. Mi spiego: il nostro obiettivo è quello di arrivare lontani e tornare subito in ambito nazionale. Quando saremo in serie D, perché ci arriveremo, ve lo assicuro, l'organizzazione che oggi stiamo cercando di avere al Trento sarà la normalità. E, per non farci trovare impreparati, vogliamo svilupparla prima. Dopo tanti anni di difficoltà e nefandezze credo che questa dirigenza meriti un applauso per cosa ha saputo fare».
Ecco, appunto, la dirigenza. L'avventura è partita due anni fa e Fabrizio Brunialti, che ha ricoperto il ruolo di direttore sportivo, è sempre stato a fianco di Giacca. Qualche volta l'ha “frenato”, altre volte l'ha solamente consigliato, in altre si è imposto. «L'anno scorso non è stato buttato via - spiega Brunialti - però, in ogni caso, a fine stagione la delusione per non aver centrato subito la promozione c'era eccome. Abbiamo lavorato sodo e deciso di compiere il salto di qualità sin dalla Promozione: ecco perché abbiamo deciso di sviluppare gli allenamenti al pomeriggio e di puntare su di un gruppo di giocatori che, per valori tecnico-tattici, potrebbe essere confermato anche nella categoria superiore. Cosa cambierà in Eccellenza? La nostra volontà è quella di crescere ancora. Arriverà un direttore sportivo e io ricoprirò il ruolo di direttore generale e l'organigramma del settore giovanile verrà ulteriormente potenziato. Poi, speriamo, migliori la situazione riguardanti i campi da allenamento: in questo momento dobbiamo fare i salti mortali per far sì che tutte le nostre formazioni giovanili riescano ad allenarsi. Adesso festeggiamo, ma non troppo, perché c'è tanto da fare. E a noi non piace perdere tempo».
Giacca sorride, si gode il momento, la maglietta bianca e ribadisce il concetto: il Trento è di tutti. «Non è mio - conclude - non è del cda, ma è un patrimonio della città e mi auguro che anche chi si è allontanato possa tornare allo stadio per tifare gialloblù».