Evenepoel nella leggenda: oro anche su strada dopo quello nella crono
Il belga 24enne trionfa a braccia aperte sotto la Tour Eiffel
PARIGI. Braccia aperte e la compagna fedele davanti, ai piedi della Tour Eiffel. Remco Evenepoel ha deciso di scrivere un gran pezzo di storia del ciclismo ricoprendo il Belgio d'oro: non era bastato il monologo nella cronometro di sette giorni fa, il fenomeno ha deciso di prendersi tutto, come quel cannibale che ai Giochi non si è presentato per protesta contro la propria federazione.
Senza il verde scintillante della Slovenia e di Tadej Pogacar è stato l'azzurro cielo contornato di giallo ad illuminare le vie parigine, un treno veloce e rapido, impossibile da prendere al volo. Evenepoel ha scritto la storia in terra francese, conquistando tutto quello che poteva portare a casa, scippando la medaglia più preziosa ai due padroni di casa, Valentin Madouas e Christophe Laporte, che si sono accontentati dell'argento e del bronzo. La gara è stata animata da una lunga fuga iniziale in cui Elia Viviani si è inserito sin da subito. A 100 chilometri dal traguardo l'azzurro, insieme ad altri sette battistrada, ha cercato di scandire il ritmo lavorando a distanza per un Alberto Bettiol quasi mai nel vivo della corsa.
Il belga invece è andato talmente tanto forte da potersi prendere il lusso di fermarsi, scendere dalla bici, allargare le braccia e consegnare alla storia una delle immagini più iconiche: il re Remco si è messo la corona in terra di Francia e a 24 anni non ha nessuna intenzione di abdicare.