Eccellenza con i veneti, Pellizzari dice no
Ma la nostra proposta per alzare il livello del calcio trentino riscuote interesse sui social network
TRENTO. In tre hanno conquistato 13 punti in 8 partite quando dall’inizio del campionato ad oggi avrebbero potuto spartirsene ben 72. Occupano stabilmente le ultime posizioni in classifica: il Mezzocorona è a quota 0 dopo essere partito con 4 punti di penalizzazione, il Mori S. Stefano è terzultimo a quota 3 e il Dro è subito sopra a 6 (3 punti li ha fatti proprio col Mori). Sommando reti fatte e subite il passivo è impietoso: le “nostre” hanno realizzato 14 gol e ne hanno presi 35. E’ questa la fotografia del calcio trentino in Serie D. Ed è partendo dall’ennesimo tris di sconfitte delle “nostre”, ottenuto nell’ultimo turno di campionato, che Maurizio Di Giangiacomo, su Facebook, ha lanciato la proposta: meno squadre locali in D e un’Eccellenza condivisa con alcune provincie del Veneto. Il tutto per far crescere i nostri giocatori facendogli “fare le ossa” con avversari più quotati e con realtà più strutturate.
Tanti i commenti al post che ha aperto un vero e proprio dibattito sull’argomento. Denis Salati, ex arbitro di Serie A e B (dal 2006 al 2008) ha commentato: «La serie D con la riforma della Lega Pro è diventata molto più impegnativa sotto tutti i punti di vista sia tecnici che economici. In considerazione di ciò penso si potrebbero anche unire delle società, ma la fusione non è garanzia di successo». Considerazione ripresa anche da Daniele Venturini che propone direttamente di «fare un’unica squadra». «Serve la capacità di superare innanzitutto noi stessi - prosegue Alessio Kaisermann, presidente del Mezzolombardo – e di ammettere chi siamo realmente. Sembra che a molti vada meglio essere piccoli, disuniti e deboli, ma tanti, piuttosto che pochi ma con qualche carta da giocare». Andrea Anselmi responsabile della comunicazione dell’Fc Alto Adige spiega: «Un passo è stato mosso lo ha fatto l’Alto Adige, iscrivendo una squadra Giovanissimi al campionato Elite Veneto, step intermedio fra i campionati regionali e quelli a carattere nazionale». Un modo per allargare gli orizzonti dei ragazzi altoatisini che, confrontandosi con giocatori di altre province, potranno senza dubbio crescere. Anche se non tutti la pensano allo stesso modo: «Per il campionato d’Eccellenza non mi trovo d’accordo – aggiunge in un altro post Denis Salati – il livello non credo sia così diverso dal resto d’Italia. Nel Veneto ci sono più gironi non credo tanto superiori al nostro. Lo scalino grosso e spesso è il passaggio alla categoria superiore».
Spunti, proposte, riflessioni che abbiamo deciso di girare a Ettore Pellizzari presidente della Figc trentina il quale ci ha spiegato la sua visione del calcio provinciale: «La nostra preoccupazione è che il calcio venga praticato da sempre più persone. Vogliamo che ci siano tante società distribuite in maniera capillare sul territorio e che accolgano molti giovani. Per questo la non riteniamo prioritario avere squadre di alto livello in Serie D. Possiamo dire che per il calcio trentino la nostra Serie A deve essere l’Eccellenza e chi va in D è come se facesse la Champions League. Siamo contenti che la giochi, ancora di più se riuscirà ad andare avanti e a vincere, ma non è questa la nostra preoccupazione. Storicamente le nostre squadre in Serie D hanno sempre faticato e quando si sono create realtà solide lo si è dovuto all’impegno economico e progettuale profuso dalle singole società. Per quanto riguarda l’Eccellenza con il Veneto penso non la vorrebbe nessuna delle nostre squadre. Vincere l’Eccellenza dà una soddisfazione enorme. Se ci aprissimo al Veneto o alla Lombardia ci ritroveremmo con squadre troppo forti».
Proprio quello che servirebbe al nostro calcio.