Delta Informatica alla ricerca del muro e dell’attacco perduti 

Contro Perugia a mancare alla squadra trentina è stata pure  la cattiveria agonistica che è necessario mettere sotto rete


di Daniele Loss


TRENTO. Il “day after” è il momento della riflessione in casa Delta Informatica Trentino. La sconfitta di sabato sera contro Perugia ha messo a nudo le attuali difficoltà della compagine di coach Nicola Negro.

Cosa è mancato nella sfida contro quella che, a detta di tutti, è la formazione più attrezzata del girone per portare almeno la contesa al tie-break? Cattiveria e traiettorie in attacco, il muro (questo certamente nei primi due set) e un paio di giocatrici che hanno giocato decisamente al di sotto delle aspettative.

Il riferimento è all’americana McClendon e alla centrale Furlan, protagoniste - entrambe - di una prova insufficiente, tanto da indurre l’allenatore gialloblù a pescare a piene mani dalla panchina e affidarsi alle giovanissime Giorgia e Alessia Mazzon, gettate nella mischia senza alcuna paura da Negro nel corso del match. La classifica, alla luce dei risultati, è peggiorata: Perugia è passata in testa (ma riposerà all’ultima giornata del girone d’andata), mentre domenica prossima Moncada e compagne saranno di scena sul campo di Sassuolo, seconda forza del torneo e compagine di tutto rispetto che ha messo nel mirino il titolo di “campione d’inverno”.

La Delta Informatica adesso è al quarto posto, in compagnia di Torino, che ha recuperato la bellezza di sei punti in due settimane alle gialloblù a meno due da San Giovanni in Marignano, che sarà di scena a Sanbapolis al giro di boa per quella che, lo dice la classifica attuale, sarà un match decisivo per il proseguo della stagione.

La compagine del capoluogo è “viva”, ma per essere competitiva ha bisogno della miglior McClendon, soprattutto nei fondamentali di prima linea: se in ricezione e difesa l’atleta americana ha fatto il suo, altrettanto non si può dire in attacco e a muro. E anche la Furlan deve tornare sui suoi livelli, altrimenti anche la qualificazione alla seconda fase è a rischio.

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