Decidono millimetri (e borracce) 

Volata a Demare. Il transalpino s’impone a Villafranca Tirrena battendo Sagan e Ballerini di un niente. Joao Almeida resta in maglia rosa Il ritiro di Thomas. Alza bandiera bianca il capitano del Team Ineos, grande favorito: a causare la sua caduta, lunedì, era stata una borraccia


LUCA FRANCHINI


Non è bastato un superbo colpo di reni a restituire il sorriso a Peter Sagan, costretto a inchinarsi per questione di millimetri al francese Arnaud Demare nello sprint che ha deciso la quarta tappa del Giro d’Italia. È bastata una borraccia, invece, a estromettere dalla corsa rosa uno dei corridori più attesi, il gallese Geraint Thomas, che lunedì era caduto ancor prima del chilometro zero, pagando dazio (12’ di ritardo) sulla salita dell’Etna. Ieri il 34enne capitano della Ineos Grenadiers non ha preso il via. «È frustrante dover tornare a casa, perché avevo lavorato tanto per preparare questa gara – ha dichiarato Thomas, che ha rimediato una piccola frattura non scomposta al bacino nella caduta causata da una borraccia persa da un corridore della Bahrain McLaren - Sentivo di avere la stessa condizione fisica di quando ho vinto il Tour de France. Forse migliore».

Un’altra brutta caduta

La tappa si è aperta con l’addio di Thomas. Si è chiusa con la vittoria di Demare e con un altro incredibile incidente occorso nell’ultimo chilometro di gara. A causarlo è stato un colpo di vento, che pare essere stato provocato dall’elicottero delle riprese tv. «Le transenne sono state divelte, sono finite in mezzo alla strada e i corridori non hanno potuto evitarle» ha raccontato a fine tappa il team manager della Vini Zabù Angelo Citracca. Ad avere la peggio sono stati due suoi corridori, Luca Wackermann ed Etienne Van Empel. Quest’ultimo ha riportato soltanto alcuni tagli sulle dita, Wackermann invece è stato trasportato in ospedale per accertamenti: in stato confusionale appena dopo la caduta, lamentava dolori all’anca e al bacino, oltre a un taglio al mento e altre escoriazioni. Trascorsa la notte, deciderà se proseguire o meno.

Davanti, intanto, andava in scena il serratissimo sprint di gruppo, che ha deciso le sorti della Catania-Villafranca Tirrena (140 chilometri). La fuga di giornata è stata animata da Frapporti, Gradek e dal francese Pellaud, che ha preso il largo in solitaria lungo la salita di terza categoria di Portella Mandrazzi, poco dopo metà corsa, dove il ritmo imposto dalla Bora-Hansgrohe di Peter Sagan ha messo in crisi Viviani (poi rientrato) ed escluso dalla partita il colombiano Gaviria.

Benedetti in evidenza

Gli altri attesi protagonisti non hanno mancato l’appuntamento e la volata si è decisa al fotofinish, con Demare, Sagan e Davide Ballerini sulla stessa linea. I tre hanno chiuso nell’ordine, vicinissimi, seguiti da Vendrame e da Viviani. Tra i tre trentini in gara si è visto, su tutti, Cesare Benedetti, che negli ultimi chilometri si è messo a servizio di Sagan e ha chiuso con il primo gruppo. Bais e Conci, esaurito il compito di giornata, hanno pagato 42” di ritardo.

Oggi occhio a Montescuro

Joao Almeida ha mantenuto la maglia rosa, conquistando anche 2” di abbuono al traguardo volante di Barcellona Pozzo di Gotto. La maglia ciclamino, invece, è passata sulle spalle di Sagan, mentre quella azzurra è sempre di Jonathan Caicedo. Oggi è in programma la quinta tappa, 225 chilometri da Mileto a Camigliatello Silano. Nel finale ci sarà l’ascesa del Valico di Montescuro (quasi 25 chilometri al 5,6% di pendenza media, con punte fino al 18%). Dallo scollinamento mancheranno poco più di 10 chilometri all’arrivo.

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