De Godenz: «Tour de Ski, Val di Fiemme pronta per il grande finale»

L'organizzazione è complessa, affidata a centinaia di persone, tutti volontari



CAVALESE. Pietro De Godenz in queste ore che precedono il grande evento è costantemente al telefono. Sabato e domenica in Val di Fiemme arriveranno personaggi di grande spessore, amministratori pubblici, politici, ex campioni, dirigenti FIS e della FISI e per tutti il riferimento è, ovviamente, il presidente del comitato.
L'organizzazione è complessa, affidata a centinaia di persone, tutti volontari, solo al vertice ci sono delle persone esperte, professionisti del settore, per dare quell'impronta che "Fiemme" ha sempre avuto. Non è certo un caso se il Tour de Ski dal 2007 al 2015 si conclude e si concluderà in Val di Fiemme con le ultime due giornate, non è un caso l'assegnazione da parte della FIS di ben tre Campionati del Mondo, anzi quattro con il Campionato U23 del 2014, al comitato di De Godenz.
Pietro De Godenz, che è anche presidente della APT Val di Fiemme, è un'autentica macchina da guerra in tempo di pace: «La parte tecnica organizzativa è in solide mani - afferma - quello è il cruccio minore, anche se è di fatto il cuore dell'evento. Ci sono invece tante persone importanti con esigenze diverse che dobbiamo accontentare. La due giorni finale del Tour de Ski è diventata un "must" per tanti VIP, le televisioni qui da noi vanno a nozze perché gli indici di ascolto sono sempre stati i più elevati al mondo in assoluto per questo genere di eventi. Non dimentichiamo che la gara domenica non finisce come dappertutto in uno stadio, ma a metà montagna, dove non ci sono infrastrutture, dove poche ore prima e poche ore dopo il termine della final climb c'è una pista di sci alpino aperta ai turisti. Eppure riusciamo a dare comfort e tutti i servizi necessari anche in queste condizioni. Sul Cermis c'è un'area Vip di grande prestigio, grazie anche alla collaborazione con l'Istituto Alberghiero di Tesero».
Ma come mai la Val di Fiemme riesce ad avere tutti questi grandi eventi? "La risposta è molto semplice. Abbiamo saputo fare sistema. Le amministrazioni comunali sono strettamente correlate al nostro comitato, la Provincia ha capito che ogni investimento in partnership produce positività alle categorie economiche, al miglioramento della qualità della vita, produce promozione non solo per la valle ma per tutto il Trentino. In più abbiamo sempre saputo amministrare saggiamente le risorse, non ci sono mai stati sprechi e ogni cosa ha un suo preciso riutilizzo anche dopo gli eventi. La FIS ci dà fiducia anche perché vede la coesione del nostro comitato. Già dal Mondiale '91 c'era stato un travaso di persone al Mondiale 2003, ora siamo sempre gli stessi. Si sono aggiunti nuovi volontari e alcuni giovani dirigenti. Ma la mente ed il cuore sono sempre gli stessi. Devo davvero ringraziare i nostri volontari, sono per noi un punto di forza incredibile e la professionalità del team".
Rispetto al Mondiale, per voi il Tour de Ski è una gara che passa in secondo piano? "Nemmeno per sogno, da parte del nostro comitato anche l'evento più insignificante è seguito con la totale professionalità. L'idea della final climb è stata vincente. Ci stiamo impegnando molto anche sugli eventi collaterali, lo sci di fondo non deve essere uno sport di nicchia, deve piacere ed attirare le famiglie".

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