Dalpez: «Mi ha fatto i complimenti tutta la politica trentina»
Il sindaco di Peio nel consiglio della Fisi con 44 mila voti: «Assessore con il centrodestra? Chi lo sa...»
Da sindaco di Peio, 1.845 abitanti, 44 mila 834 voti di certo non li aveva mai ricevuti. Terzo nella classifica dei più votati, l’ex presidente del Comitato Trentino Angelo Dalpez entra nel consiglio nazionale della Federazione italiana sport invernali dalla porta principale. Per fare addirittura il vice del presidente, il confermatissimo Flavio Roda, che s’è imposto sugli sfidanti Ravetto, Paniz e Vismara con un “bulgaro” 79,10%. Il successo del primo cittadino del paesino della Val di Sole si spiega proprio con la sua appartenenza alla “cordata vincente”. Ma, in un certo senso, è vero anche il contrario. È stato infatti lo stesso ex allenatore di Alberto Tomba, grato per quello che Dalpez – proprio in qualità di presidente del Comitato Trentino – ha fatto per la Fisi nazionale in questi anni, a volerlo in quella cordata, con tanto di promessa di un «ruolo di prestigio», forse addirittura quello di vicepresidente. Lui non si scompone. Orgoglioso di quello che ha fatto alla guida della Fisi trentina, è pronto a mettersi in gioco a livello nazionale.
Dalpez, un successo inatteso, in queste proporzioni.
È stato davvero un buon risultato, per tutta la squadra del presidente Roda. Io sono stato il regista di questa operazione: volevamo cambiare volti, ripartendo dalle realtà territoriali. Un’operazione in buona parte riuscita. Il presidente ha bisogno di una squadra che lavori.
Il suo successo è merito del “cavallo vincente” Roda, ma in un certo senso è vero anche il contrario: da quanti anni ormai Roda può contare sull’appoggio del Trentino?
Sono vere un po’ tutte e due le cose. Che avrebbe vinto si sapeva, ma non con queste percentuali. Noi ci siamo presentati con il “capitano Roda” e siamo stati tutti eletti, sette consiglieri laici, i due in quota atleti e quello in quota tecnici. Ma è vero anche che Roda ha sempre riconosciuto il contributo del Trentino e noi abbiamo sempre goduto di un trattamento particolare, da quando quattro anni fa ci schierammo con lui: è tornata la 3Tre, abbiamo avuto i Mondiali Juniores 2019, i centri federali. Avrebbe voluto anche che il Trentino avesse la regia delle Olimpiadi invernali. Poi però ci fu l’esito negativo del referendum in Tirolo e adesso, senza un governo in Italia, è tutto fermo.
Da quanti anni la Fisi può appoggiarsi alla Val di Fassa per la preparazione degli sciatori, grazie al progetto Piste Azzurre? È un aiuto importante?
Da cinque anni. Certo, dal punto di vista economico è un contributo importante alla Fisi, ma anche la Val di Fassa approfitta del progetto. Fu proprio l’Apt ad avviarlo assieme alla Federazione, poi l’ho seguito anch’io.
La giunta Rossi, quindi, non ha meriti in quest’operazione?
No, la Provincia non c’entra.
Quindi se in novembre in piazza Dante cambiasse l’inquilino, per la Fisi nazionale non cambierebbe nulla?
Questo non lo so, ma non dovrebbe cambiare niente. Forse un cambio di guida politica potrebbe influire su altri progetti, come Trentino Azzurro, quello che riguarda i nostri talenti, ma sarebbe un autogol per la stessa politica, il futuro dei giovani dovrebbe stare a cuore a tutti. Io però sono fiducioso: per la mia elezione ho ricevuto complimenti da tutta la politica trentina.
In effetti, un candidato che – di questi tempi – raccoglie un tale successo elettorale...
L’ho pensato anch’io.
Non ci stupirebbe ritrovarla assessore allo sport di una giunta provinciale di centrodestra!
E chi lo sa?
Intanto, a giorni potrebbe essere nominato vicepresidente della Fisi.
C’è questa eventualità. Il 9 maggio c’è consiglio, Roda ha parlato di «ruolo di prestigio».
Primo compito rinnovare gli staff tecnici azzurri?
Certo, quello del fondo in particolare. L’addio di Chenetti è stata una sorpresa.
Passando allo sci alpino, adesso che la situazione economica è risanata, potranno tornare i tecnici “emigrati” all’estero?
Qualche rientro ci sarà, negli anni scorsi abbiamo fatto ricorso a quelli dei gruppi sportivi militari, nei quali però ci sono signori allenatori, non ultimo Matteo Guadagnini, che ora è andato in pensione e dovrà essere ingaggiato come civile.
Dopo la “bocciatura” con i gigantisti, lo ripescò lei al Comitato. È il “metodo Dalpez”?
Da buon politico ho saputo riconoscere le doti umane dietro a quelle del tecnico. Questo è l’unico mio merito.
Atleti: dietro i soliti noti, almeno in campo maschile manca la base.
Bisognerà lavorare molto, fra le donne un po’ meno, ma c’è preoccupazione. Vinatzer è una bella speranza, io attendo anche che il nostro Liberatore imbrocchi due manche. Dietro, il migliore dei trentini... è un veneto. Bisogna tenere aperto il dialogo con i Comitati, nel fondo è mancato proprio questo.
A proposito di Comitati: chi sarà il suo successore in Trentino? Mellarini?
Ci sono tanti nomi e c’è anche quello di Tiziano Mellarini. Vedremo. Il 19 maggio dovremmo fare la festa dello sci, a Bolbeno. Nella prima decade di giugno dovrebbe tenersi l’assemblea elettiva. Serve un presidente capace di recuperare sostanze: un manager, non un tecnico.
Twitter: @mauridigiangiac
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