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Dal trionfo australiano al no alle Olimpiadi: l’anno sull’ottovolante di Jannik Sinner

Il primo trionfo in uno Slam e il numero 1 della classifica Atp, ma anche tanti problemi fisici e il pasticcio del doping nel 2024 di Jannik



BOLZANO. Il trionfo all'Open d'Australia e la conquista del trono mondiale del tennis sono le due vette del fin qui straordinario 2024 di Jannik Sinner. Un anno che però gli ha riservato anche amare sorprese - al di là della vicenda, a lungo segreta, della positivita' al doping per la quale è stato scagionato -, in un'altalena tra esaltazione e preoccupazione tale da mettere a dura prova il suo equilibrio caratteriale.

Problemi fisici lo hanno costretto a improvvisi stop e a dolorose rinunce, prime tra tutte quelle agli Internazionali e alle Olimpiadi. I dolori all'anca, dovuti ad una infiammazione, più volte lo hanno frenato in campo e indotto a prendersi qualche pausa, poi è arrivato un virus che a fine luglio gli ha causato una "tonsillite" tanto seria da costringerlo a non partire per Parigi.

Ora si è anche appreso che da marzo, dopo aver vinto il suo secondo torneo stagionale, a febbraio Rotterdam, l'altoatesino ha convissuto con l'incubo di una sospensione, e soprattutto di una possibile squalifica, per doping, essendo risultato positivo a due controlli a Indian Wells, dove uscì in semifinale contro Alcaraz.

Al torneo successivo, a Miami, ottenne invece la terza vittoria stagionale, salendo al n.2 del ranking mondiale. I problemi cominciarono a sorgere al ritorno in Europa, sulla terra rossa di Madrid, durante il quale fu costretto a ritirarsi per poi rinunciare agli Internazionali di Roma. Un lungo stop che lo portò a presentarsi in forma al Roland Garros, dove giocò la semifinale da nuovo n.1 al mondo, grazie alla rinuncia di Novak Djokovic, ma la perse con Carlos Alcaraz. Il quarto successo stagionale gli arrise a giugno ad Halle, torneo sull'erba in preparazione di Wimbledon, dove uscì ai quarti. In agguato c'era il virus che lo ha fermato ancora a lungo, mentre si dipanava sotto traccia la vicenda della contaminazione inconsapevole con uno steroide emersa a Indian Wells, un'ulteriore fonte di stress.

Solo dopo Ferragosto il caso ha avuto un lieto fine, ma dopo un lungo percorso fatto di analisi, possibili sospensioni, ricorsi, indagini e interrogatori. La vicenda potrebbe aver avuto riflessi anche sulle sue condizioni mentali e fisiche, già sotto pressione per il virus, al momento di decidere se prendere parte alle Olimpiadi. "Ora mi lascerò alle spalle questo periodo difficile e profondamente sfortunato - ha commentato oggi Sinner -. Continuerò a fare tutto il possibile per essere sicuro di continuare a rispettare il programma antidoping dell'Itia, avendo una squadra intorno a me che è meticolosa nella conformità" alle regole.

Proprio un componente del team, che si era curato una ferita ad una mano con uno spray da banco contenente la sostanza vietata, ha causato "inconsapevolmente" la contaminazione durante i trattamenti e i massaggi cui il giocatore si sottoponeva nei giorni di Indian Wells. Una pratica comune e necessaria per uno sportivo di altro livello, tanto più se 'fragile' come Sinner, che pure non mai avuto particolari problemi muscolari. Già nel finale della scorsa stagione che lo aveva visto esplodere tra la vittoria della Coppa Davis la finale alle Atp Finals di Torino, più volte l'altoatesino aveva posto l'accento sulla necessità di rinforzare il suo fisico, tanto che, non senza sollevare polemiche, aveva deciso di non rispondere a settembre alla chiamata in Davis per "recuperare le forze - aveva spiegato - dopo i tornei negli Usa". E infatti agli Open era uscito esausto dall'incontro perso con Zverev, lamentando crampi.

Anche a Montreal, al ritorno dopo la tonsillite, ha sofferto di dolori durante il match con Andrey Rublev. "Se voglio vincere le partite più importanti, devo essere più in forma" ha detto dopo la semifinale a Cincinnati con Alex Zverev, più impegnativa dell'ultimo atto, vittorioso, con Frances Tiafoe. L'Us Open sarà duro, e impegnativo, ma ora che la sua paura per il caso doping sembra diradata, anche la sua mente potrà essere più forte.













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