Non ho trovato la tappa giusta per godermi la vittoria di giovedì. Quasi 5000 metri di dislivello, che ti riportano alla realtà. La giornata è stata comunque positiva e la soddisfazione più grande è stata ricevere i complimenti dai miei colleghi: al villaggio, in partenza e anche in corsa, persino nelle fasi in cui eravamo “a tutta”. Stessa cosa quando mi sono staccato sul secondo Gpm di giornata, a 4 chilometri dalla vetta, facendomi sorpassare dalle prime ammiraglie. Mi ha fatto piacere sentire le parole di tanti direttori sportivi, dette fuori dal finestrino.

“Restando in Trentino”, voglio far notare la prestazione di Nicola Conci. Non era per niente facile andare in fuga e lui ci è riuscito, assieme al suo capitano Mollema e ad altri due compagni di squadra. Quattro corridori della Trek nella numerosa fuga: Nicola si è sobbarcato il grosso del lavoro, fino alle prime rampe della salita del Pian de Lupo, la stessa in cui anch’io ho perso contatto da quello che restava del gruppo. Da lì in poi non sono più testimone di quello che è successo. Posso solo testimoniare la bellezza delle cime innevate che ho ammirato durante l’ascesa verso il traguardo.

Per noi giornata positiva con Majka, che ha guadagnato 50” su Nibali e Roglic, ma al tempo stesso negativa perché ha perso qualcosa da Carapaz, Mollema e Zakarin. Finita la tappa, un altro lungo trasferimento: più di 20 chilometri dall’arrivo per raggiungere il bus della squadra e poi chilometri km per andare in hotel.

In precedenza vi ho parlato di Conci: giovedì in partenza mi ha raccontato di aver sognato che vincevo la “Liegi” in volata, tra un gruppetto di quattro corridori. Quella di giovedì non era la Liegi, sul rettilineo d’arrivo eravamo in cinque, ma speriamo che Nicola continui a sognare.

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