Cicloamatori, annullato il Trentinotour
La crisi morde e la diatriba Udace-Fci fa il resto. Ma Fontanari (Pvb Bergner Brau) è pronto a riesumarlo nel 2013
TRENTO. E' una stagione tormentata per l'Udace (anzi, Acsi) e per il ciclismo amatoriale, che, dopo la diatriba con la Fci e la Consulta del Coni, perde un pezzo importante del proprio calendario. Non una corsa qualunque, ma il Trentinotour, che a ferragosto avrebbe festeggiato la quarta edizione, divenuto appuntamento di cartello con i suoi 150 iscritti. L'edizione 2012 non si farà: le motivazioni? Mancanza di impegno e fondi da parte delle società e quel conflitto Fci-Udace che sembra essersi fatto tanto logorante al punto da fare vittime, anche se Paolo Montresor, presidente dell'associazione cicloamatoriale trentina che da quest'anno fa capo all'Acsi, garantisce che l'Udace non morirà. Intanto, è notizia attuale che tre delle maggiori società amatoriali trentine (Pvb, Bike Service e Ugo Bike) nel 2013 lasceranno l'Udace e si affilieranno alla Fci.
Prima di celebrarne il funerale, però, è bene capire le cause della "fine" del Trentinotour. «Mancanza di impegno, risorse umane e fondi da parte delle società» spiega Silvano Fontanari, "patron" della Pvb Bergner e "deus ex machina" del Trentinotour, che constava di un prologo e di tre frazioni in linea, fino allo scorso anno in carico, una ciascuna, a tre diverse società. «Avevo già organizzato il prologo sul Doss Trento e una tappa nel Tesino - precisa Fontanari -. Per la classica tappa sul circuito dei Pomari sarebbe bastato poco, ma mancava ancora una frazione. Nessuna società si è resa disponibile, nonostante l'appello del presidente Montresor, e in una riunione alla quale io ero tra l'altro assente è stato deciso di annullare il Trentinotour».
E per quanto riguarda la rottura della sua società con l'Udace (Acsi)?
«E' avvenuta perché dopo la diatriba con la Consulta, che riconosce l'Acsi e permette la partecipazione dei suoi tesserati alle corse della Fci, il comitato trentino Udace, unico in Italia, si è ostinato ancora a far pagare ad ogni propria gara una quota di 3 euro ai tesserati degli altri enti, chiedendo tra l'altro di esibire, oltre alla tessera Acsi, anche la tessera Udace. Capisco che si sentano torteggiati, ma così non va».
Tornando al Trentinotour, la corsa a tappe potrà ancora avere un futuro?
«Ci sto già pensando - conclude Fontanari -. Se la Fci collaborerà, l'anno prossimo potremmo riproporlo, assieme alla Bolghera per amatori».
Non può mancare il punto di vista del presidente dell'Udace Paolo Montresor.
«Le società che dovevano organizzare il Trentinotour si sono defilate – spiega Montresor -, per mancanza di risorse umane e di soldi. Non è l'unica gara ad essere saltata, ad esempio abbiamo ancora un campionato regionale a cronometro che nessuno si è preso in carico di organizzare. Il momento è difficile».
E sul discorso dei 3 euro da versare alle corse Acsi?
«È un contributo per l'organizzazione delle corse, visto che è l'Udace ad organizzare il 60-70% delle corse amatoriali. Anche la Fci, quando organizza le proprie gare di mtb Open, chiede una quota ai nostri tesserati». «Le porte dell'Udace sono come quelle di un saloon – aggiunge Montresor in riferimento all'annunciata fuga di alcune società -, si entra e si esce quando si vuole e non per questo l'Udace morirà. Quando sono arrivato alla guida del comitato trentino avevamo 400 tesserati e siamo arrivati a mille. Ora sono curioso di vedere come si comporteranno queste società con la Fci: organizzeranno corse o andranno a farle in Veneto, dove ad organizzarle è ancora quella “maledetta” Udace?».
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