Ciclismo, Trentin tricolore nei dilettanti

Fantastica impresa di Matteo Trentin ai campionati italiani dilettanti: arrivo in solitaria


Luca Franchini


MELILLI. Immenso Matteo Trentin. L'eroe del Liberazione trionfa anche ai campionati italiani under 23 di Melilli, nella torrida Sicilia. Calda come la stagione dei dilettanti di casa nostra, che, dopo l'expolit di Moser al GiroBio, torna a sorridore al "re delle classiche".

Il "cannibale" di Borgo Valsugana ha colpito ancora, lui che, nonostante il passaggio al professionismo già in tasca da tempo, non ha mai perso la fame di vittoria, tipica di un combattente nato che davanti ad un secondo posto è solito storcere il naso. Perché il secondo è il primo dei perdenti.

«Sono uscito bene dal GiroBio - ci aveva detto alla vigilia della corsa tricolore - e penso di avere la gamba per poterci provare». Parole che hanno trovato pronta conferma ieri nel pratico, anche perché il valsuganotto, quando dice di star bene, difficilmente fallisce l'obiettivo.

Il capitano del Team Brilla Bike, dopo i proclami della vigilia, ha risposto "presente", chiamato a battagliare nel finale con il forte Fabio Aru, uno dei pochi favoriti di giornata che è stato capace (assieme al nostro Matteo, che favorito lo era a priori con le sei vittorie del 2011) di entrare nella prima e decisiva fuga di giornata. Un'azione nella quale non ha trovato posto, invece, il cembrano Moreno Moser, segnato dalle fatiche del GiroBio e fresco di firma con la Liquigas Cannondale. E sono rimasti tagliati fuori, oltre a Moserino, anche i "big" della Zalf, che avevano in Battaglin e nel campione italiano in carica Agostini i propri uomini di punta, restati "a piedi" dopo pochi chilometri.

Già al chilometro numero trenta, ovvero nel corso del primo dei due giri di un circuito ricavato attorno a Canicattini Bagni (con una salita di circa 5 km da compiere ad ogni tornata), ha preso vita una fuga di una quarantina di corridori, nella quale si è prepotentemente inserito Trentin, ma anche il sorprendente meranese Pierre Paolo Penasa, corridore della Zalf sul quale la corazzata veneta non pensava certo di fare la corsa alla vigilia, ma che, alla fine, per poco non è salito sul podio: il meranese ha chiuso quarto, a 5" dal bronzo di Andrea Fedi, che gli ha succhiato la ruota finché bastava, prima di beffarlo sullo strappo finale.

Tornando alla fuga dei 40, oltre a Trentin e Penasa, c'era anche il terzetto della Unico 1 di Mariano Piccoli e Gibo Simoni, ovvero Mattia Melchiori, Andrea Girardini (i due hanno poi desistito) ed il "primo anno" Pietro Osele, valsuganotto come Trentin e alla fine 20º all'arrivo: bravo anche lui. Da applausi.

La corsa è entrata definitivamente nel vivo sul circuito finale di Melilli, un tracciato di circa 10 km da ripetere quattro volte, con un'altra ascesa di circa 4 km, pedalabile, a precedere lo strappo conclusivo di 1000 metri (con tratto finale in pavé) che portava sull'arrivo, all'ombra della chiesa barocca di San Sebastiano. Appena imboccato il circuito, Trentin è scattato una prima volta, seguito da cinque corridori, ovvero Aru, Penasa, Barbin e Fedi, mentre a 20 km dal traguardo è arrivato l'attacco di Aru, al quale è riuscito ad accodarsi solo il borghigiano.
I due hanno proseguito di comune accordo, guadagnando subito terreno sui fuggitivi, con Penasa forse fin troppo generoso, costretto alla fine ad accontentarsi di un comunque fantastico 4º posto.

Per il tricolore, quindi, è stato braccio di ferro a due: il finale in pavé ha sorriso all'imprendibile Trentin, che, con uno scatto secco ai 400 metri, ha tagliato le gambe ad Aru ed è corso ad abbracciare la quarta maglia tricolore della carriera, dopo le 3 conquistate nel ciclocross.













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