Ci siamo quasi. E lo dico con un pizzico di sollievo. Tappa lunga, dura, poi via con il bus verso l’aeroporto di Torino, a prendere l’aereo per Roma. C’è ancora una tappa, ma come squadra si possono fare i primi bilanci. Per noi, alla fine, è stato un Giro soddisfacente e, a causa del cedimento di Pinot, abbiamo un settimo e un decimo posto in classifica generale con Konrad e Formolo, per cui un altro obbiettivo più che raggiunto. Soprattutto con Konrad, che da programmi doveva essere al Giro a lavorare per König (poi costretto al forfait) e Formolo. Finalmente abbiamo fatto una tappa di alta montagna “normale”: partenza veloce, fuga, una squadra che ha preso in mano la situazione e ha fatto un bel ritmo in salita. Normale rispetto magari alla condotta di gara un po’ matta degli ultimi giorni e di questa Corsa Rosa in generale.

Alla fine si è visto chi ha preparato al meglio il Giro e chi è stato più tranquillo nella prima parte. Pinot era già in ottima forma al Tour of Alps ed è dura tenere una condizione così per cinque settimane, soprattutto in un Giro tirato come questo. Quelli della FDJ erano erano in albergo con noi a fare la doccia ed effettivamente c’era qualcosa che non andava: Pinot aveva brividi di freddo e si vedeva che stava male. Guardando invece a Yates, in grande spolvero già sull’Etna e così a lungo in maglia rosa, c’è da dire che ha avuto sicuramente due settimane logoranti rispetto agli altri. Basti pensare che la maglia rosa va tutti i giorni ai controlli, poi interviste ecc. Praticamente riposa ogni giorno almeno un’ora, un’ora e mezza meno degli altri.

Mi piace sottolineare, da compagno di squadra, anche l’ottimo terzo posto di tappa di Felix Großschartner, che si era inserito nella fuga e ha tenuto molto bene. Ora l’ultimo sforzo, tutti per Bennett.

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