Basket Serie A

Aquila, ecco Gomes. È il Cristiano Ronaldo della pallacanestro

Dopo gli impegni con la Nazionale, è arrivata a Trento l’ala piccola di Capoverde, miglior giocatore del Portogallo


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Chiamatelo “Beto”, non “Betinho”. «Betinho ero da piccolo, poi sono cresciuto, come e più di mio padre Beto», spiega il 31enne Joao Roberto Correia Gomes, capoverdiano di nascita e portoghese di passaporto e “colore cestistico”. Nel Paese lusitano approdò da ragazzo, dopo una partita tra le due squadre nazionali Under 16. I tecnici del Portogallo lo addocchiarono e non lo mollarono più. E fecero bene, perché Beto è diventato il Cristiano Ronaldo del basket portoghese. A partire dal 2007 ha vestito la maglia di diversi club della Liga ACB spagnola (Cantabria, Breogan e Andorra) e da una decina d’anni è una colonna della Nazionale, con la quale è stato impegnato nelle qualificazioni agli Europei fino a pochi giorni fa.

«La situazione in Nazionale, anche a causa dei problemi di carattere finanziario, è abbastanza complicata – spiega Gomes – La squadra era priva di un centro di ruolo, ho giocato come ala grande e anche come “5”. Le qualificazioni agli Europei mi hanno privato della preseason con l’Aquila Basket, ma ho giocato tante partite contro formazioni davvero competitive».

Un solo mese di vacanza per “Beto”, come peraltro nelle ultime dieci estati, tutte trascorse con la casacca della sua Nazionale addosso, viaggiando spesso in doppia cifra. Possiamo ritenerlo il Cristiano Ronaldo della pallacanestro portoghese? «Diciamo che quando c’è qualche problema, i miei compagni mi trattano proprio come CR7: sono io ad andare a parlare con il coach. Ma Ronaldo è il calciatore più forte del mondo, io solo il giocatore più forte del Portogallo».

Peraltro, in un Paese dalla monocultura calcistica ancora più accentuata di quella italiana. «In Portogallo c’è solo il calcio, quando abbiamo vinto gli Europei il Paese si è fermato, ho gioito anch’io: sono capoverdiano, ma in Portogallo mi sento come a casa».

Sposato e padre di una bambina di cinque anni («mia moglie e mia figlia stanno per raggiungermi a Trento», dice sorridendo come un bravo papà) dopo la Spagna Gomes pensa che sia venuto il momento di lasciare la Nazionale portoghese («ho bisogno di dare più riposo al mio corpo») e guarda a quella trentina come una buona esperienza. «Non sapevo molto dell’Aquila Basket, ma il mio agente, che è anche un mio ex compagno di squadra, me ne ha parlato davvero molto bene. Del resto, basta guardare le statistiche: Trento ha raggiunto per due volte i playoff e nella scorsa stagione è arrivata fino alla semifinale di Eurocup. Spero che potremo ripeterci – conclude “Beto” – anche se la mia esperienza m’insegna a pensare ad una partita alla volta».

Twitter: @mauridigiangiac

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