Anrather, il “sognatore” dei grandi eventi sportivi
Con la sua agenzia di famiglia Curtes organizza manifestazioni quali l’Epic Ski Tour e l’In City Golf ed ha promosso Tour de Ski e i Mondiali di Fiemme 2013
TRENTO. Curtes non è Kurt! E Curtes è una invidiabile e invidiata agenzia che “inventa” e organizza grandi eventi e non solo sportivi. Il pallino del fondatore dell’agenzia di Appiano è stupire con idee sempre innovative e davvero, almeno fino ad ora, c’è riuscito. Curtes non è Kurt, dicevamo: il nome dell’azienda di famiglia Curtes non ha niente a che vedere col nome Kurt: «Tutta la mia famiglia è coinvolta nell’azienda – afferma Kurt Anrather – tutti hanno il proprio ruolo ed ognuno sa cosa fare».
I gladiatori romani quando finirono di costruire l’arena di Verona conquistarono il nord, misero le tende nella zona di Cortaccia, curtes at Athesin (masi affianco all’Adige), da lì arriva il nome Cortaccia, e di conseguenza la denominazione dell’azienda: «La somiglianza tra Kurt e Curtes è una mera casualità», afferma Anrather.
La storia di Kurt Anrather nel mondo dello sport parte da lontano: «Ho iniziato nei primi anni ’90, come manager di atleti. Ho collaborato con Markus Zadra, sette volte campione del mondo di arti marziali; poi Franz Tschager, 3 volte campione d’Europa di automobilismo (velocità in montagna), Markus Wegscheider della Superbike, quindi con alcuni atleti di Coppa del Mondo di sci ed ho collaborato con la Val di Fiemme nella promozione del Tour de Ski e dei Mondiali 2013. Un lavoro molto impegnativo che mi ha portato ad intraprendere la realizzazione di eventi sportivi. Ho collaborato per tanti anni alla Gardenissima mentre, per quanto riguarda In City Golf, siamo partiti subito forte con Cortina d’Ampezzo, Firenze, Berlino, Verona, Expo Milano, Vienna e Merano».
Iniziative spesso “sognate”: “Ho un blocco per scrivere sul comodino che mi permette di ricordare ciò che ho “visto”, da qui sono nate parecchie idee, come tirare la pallina da golf ad un portiere di hockey, la Ryder Cup, il green più alto del mondo sul Monte Bianco o la gara sui tacchi a spillo. La stessa cosa accadde quando realizzammo un lancio di golf sul tetto di una funivia o creando una buca all’interno della profumeria di Santa Maria Novella a Firenze, facendo arrivare la pallina direttamente nel negozio». Un altro sogno di Kurt è che l’Epic Ski Tour diventi la Marcialonga dello scialpinismo: «Siamo in Trentino ma vogliamo espanderci, l’idea è di fare delle tappe di avvicinamento attraverso l’arco alpino, a gennaio, a febbraio col gran finale in Val di Fiemme e Fassa». Curtes si occupa anche degli aspetti legati a comunicazione e marketing del triathlon di Caldaro: «Di contorno ci siamo inventati la High Heels Run sui tacchi a spillo, idea che avevo già in testa da anni, ed è stato subito entusiasmante con 2000 persone a seguire questa gara curiosa».
Manifestazioni il cui successo è frutto del lavoro ma anche dell’originalità: «Faccio 70.000 km in macchina, 30.000 in treno senza contare l’aereo, più sono in giro e più funziona l’azienda, io mi vedo come un contadino che lavora tutto l’anno per portare a casa il raccolto. Lavoriamo ad un’idea, cerchiamo aiuto, finanziamenti, durante ogni evento vado in un angolino e guardo cosa sta funzionando, me lo godo perché vedo che c’è sincronia e che tutto funziona come dovrebbe. Cerco sempre d’imparare cosa di bene fanno gli altri e cosa noi non abbiamo ancora fatto. Quello che non andrò mai a fare è la copia di un altro che sta facendo quel qualcosa, se copi sarai sempre una copia».
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