TRENTO Tra le due litiganti, Zalf e Team Colpack, a godere è la Mastromarco, che ha dominato la 106esima edizione del Giro della Bolghera, piazzando quattro propri corridori nei primi cinque. L'ultimo della lista è stato il fratello d'arte Daniele Trentin che, dopo il sesto posto del 2014, ha chiuso quinto, ancora una volta migliore dei trentini, comunque soddisfatto per il trionfo di squadra e per il successo del compagno Mirko Trosino, protagonista di una stoccata da vero finisseur. Per il terzo anno consecutivo, dunque, niente volata di gruppo alla Bolghera, disputata solamente per decidere i due gradini più bassi del podio, che hanno ospitato altri due corridori della squadra toscana, Vincenzo Albanese e Marco Corrà. Sognava un epilogo diverso il borghigiano che, dopo il recente successo al Gp Ceda di Mareno di Piave, andava in cerca del bis sulle strade di casa, quelle che nel 2011 regalarono la prima vittoria di una lunga serie a suo fratello Matteo, poi passato professionista.
«Ho provato ad andare in fuga, ma non sono riuscito a trovare il momento buono – spiega Trentin – Nel finale è stato bravo Trosino e si merita questa vittoria. Io mi sono comunque piazzato e va bene così. Con un risultato e una prestazione di squadra del genere non si può non essere soddisfatti». Come dargli torto. A spianare la strada alla Mastromarco ci ha pensato la tattica offensiva della Zalf, che ha mandato all'attacco a più riprese il vincitore dell'ultima edizione della Classica Monumento trentina Simone Velasco e gli altri due pezzi da novanta Maronese e Sartor, costringendo il Team Colpack del lavisano Francesco Rosa agli straordinari. Proprio Rosa, d'altronde, figurava nella ristretta lista dei favoriti di giornata, chiamato nel finale a fare tutto da sé, dopo che i compagni di squadra avevano chiuso sui numerosi tentativi di fuga. Il lavisano, che non aveva nascosto le proprie ambizioni alla vigilia, ha provato nel finale a sganciarsi dal gruppo, ma non è mai riuscito a disimpegnarsi dalla marcatura stretta di Zalf e Mastormarco. Troppo pericoloso il capitano designato del Team Colpack, che ci ha provato in tutti i modi e alla fine si è dovuto accontentare di un comunque onorevole settimo posto.
Un risultato che sicuramente non lo soddisfa, ma che lascia ben sperare in vista delle classiche di primavera. La corsa, 98 km con 35 giri del classico circuito di 2,8 km con partenza e arrivo in via Vicenza e lo strappo del Bellevue da affrontare a ogni tornata, si è infiammata già dopo pochi chilometri, con il campione Velasco subito in avanscoperta insieme ad altri quattro corridori (Dagostin, Gaggia, Sartor e Albanese). Un tentativo scemato a 9 giri dal termine, quando Velasco ha riaperto il gas, seguito da Tocchella (Colpack), Turrin (Mastromarco) e dal valsuganotto Leonardo Moggio. A quattro tornate dal termine, il gruppo è tornato compatto, a precedere il tentativo in solitaria del toscano di San Miniato Mirko Trosino a 6 km dall'arrivo. Dietro, ottimo il lavoro dei compagni di squadra della Mastromarco, con Zalf e Colpack costrette a fare i conti con la spia della riserva. A quel punto, dopo i meritati applausi per il vincitore, l'attenzione si è spostata sulla volata per la piazza d'onore, dominata dalla Mastromarco con Albanese e Corrà. Quarto lo zalfino Marco Gaggia, a precedere Daniele Trentin, il veneto Yuri Pessotto e Francesco Rosa (settimo). Il portacolori del Trentino Cycling Team Matteo Agostini, protagonista nel finale, è stato premiato con la maglia di campione provinciale under 23.