Basket Serie A

Addio final eight: Aquila senza mira, passa Cantù

0/20 da 3 per la Dolomiti Energia, che s'inchina a Johnson e manca il primo obiettivo stagionale


di Maurizio Di Giangiacomo


TRENTO. Non è un buon inizio d’anno, quello dell’Aquila Basket. Al PalaTrento la squaqra di Buscaglia si arrende alla Red October Cantù – non proprio il più irresistibile degli avversari – e vede allontanarsi definitivamente la final eight di Coppa Italia, primo obiettivo stagionale. Sconfitta meritata, verrebbe da scrivere, perché quando tiri con lo 0 per cento dall’arco (0/20!), contro brutti clienti quali Johnson (doppia doppia da 20/10) e Pilepic (19) non basta generosità di Hogue (13) e Flaccadori (14) per raddrizzare la barca. La coperta di Buscaglia è ancora corta, Jefferson ha appena ripreso ad allenarsi e Lechthaler non vede il parquet. Viene da chiedersi per quanto ancora possano reggere Baldi Rossi e Hogue e – soprattutto – se l’austerity aquilotta sia davvero una virtù.

Paradossalmente, nell’avvio di partita più che i problemi sotto le plance, si palesa l’ormai atavica imprecisione bianconera al tiro: 8-15 al 7’ con Darden ispiratissimo e i trentini costretti a correre con la palla fin dentro il cestino per raggranellare punti. Per fortuna quella di Buscaglia è una squadra che corre tantissimo, Flaccadori fino in fondo scuote l’Aquila (12-15), ma il solito Darden e il quasi omonimo Dowdell tengono sotto la Dolomiti Energia alla prima sirena (16-21). Cinque punti di svantaggio che diventano addirittura 12 in avvio di secondo periodo, quando si scatena l’altro fromboliere canturino Pilepic, che firma 8 punti in 5 minuti per il 20-32 della Red October, al quale Buscaglia non riesce ad opporsi nemmeno con il “catenaccio” di Craft e Forray. Prima Gomes (canestro, rubata, fallo subito e due su due dalla linea della carità) e poi Craft (preciso a cronometro fermo e al solito terribile in penetrazione) riavvicinano Trento (28-34), ma JaJuan Johnson presenta il conto alla squadra di Buscaglia, ed è un conto salatissimo: corta di centimetri e chilogrammi sotto canestro, la Dolomiti Energia subisce quasi attonita l’accelerazione del centrone americano, che firma praticamente da solo il +14 Cantù dell’intervallo (30-44).

Un antisportivo di Callahan ottimamente sfruttato da Gomes (due su due) e Forray (solito impeccabile lay up) riaccende le speranze dell’Aquila in avvio di secondo tempo (36-47 al 22’30). Ancora costretta praticamente ad appoggiare per andare a punti e pagando un prezzo sempre altissimo a Johnson (già in doppia doppia) e compagni sotto le plance, lottando con il coltello tra i denti la Dolomiti Energia riesce a portare lo svantaggio sotto la doppia cifra: 42-51 con Lighty al 25’, 44-51 con Gomes subito dopo ed è -7 anche a fine terzo periodo (49-56). La “vecchia guardia” non si arrende: Baldi Rossi, Forray e soprattutto Flaccadori (6 punti in 4 minuti) riportano Trento nella scia di Cantù, ma i conti vanno fatti con l’oste Johnson, che subito dopo piazza l’uno-due del +11 Red October. Quello che resta non è garbage time perché l’Aquila ci prova in tutte le maniere, ma quella di Hogue – gran finale con 6 punti in una manciata di minuti – è la forza della disperazione.

Twitter: @mauridigiangiac

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