È l’Ac Trento di Giacca «Porta aperta ai tifosi ma il titolo sarà nostro»
TRENTO. Dopo la “scissione” di Maso Finisterre i tifosi l'hanno preso di mira, ma Mauro Giacca è pronto a fare finta di nulla. E, a sorpresa, riapre le porte al Comitato Pro Trento, senza però...
TRENTO. Dopo la “scissione” di Maso Finisterre i tifosi l'hanno preso di mira, ma Mauro Giacca è pronto a fare finta di nulla. E, a sorpresa, riapre le porte al Comitato Pro Trento, senza però arretrare di un centimetro dalle proprie posizioni. Ieri su twitter i tifosi si sono scatenati («è passato solo un mese e Giacca si è rimangiato tutto» è uno dei commenti emblematici), ma l'imprenditore trentino, a capo di un gruppo di lavoro intenzionato a rilanciare il calcio in città, non si preoccupa più di tanto. Anzi. «Io mi auguro vivamente che il Comitato Pro Trento – spiega Giacca – faccia un passo indietro e si decida ad ammorbidire le proprie posizioni. Quello che bisogna creare è una sinergia, punto e basta».
In tutte le riunioni ci sono stati momenti di scontro, ma come si è arrivati alla rottura?
«Io riconosco al Comitato Pro Trento e ai suoi rappresentanti i meriti per avere iniziato questo percorso e per aver saputo muovere la coscienza di tanti trentini. Ma, detto questo, ci deve essere equilibrio nel momento in cui viene costituto un consiglio d'amministrazione. La richiesta del Comitato era quella di avere ben quattro elementi all'interno del cda e l'ultima parola su tutto. Una richiesta che per il sottoscritto e per tutte le altre persone coinvolte non era accettabile».
Il motivo?
«L'entusiasmo va bene, ma serve anche la competenza e, soprattutto, chi mette i soldi ha diritto ad essere rappresentato e a poter dire la propria. Le idee e la passione sono alla base di un progetto di questo tipo, ma poi servono anche i fondi per realizzarlo. Non si può pensare di decidere ma con i soldi altrui. Capisco che i tifosi siano “scottati” dopo averne viste di tutti i colori, ma bisogna anche avere fiducia in chi si trova di fronte. E, in questo caso, e non sto parlando solamente di me, credo che gli interlocutori fossero personaggi di comprovata onestà».
E adesso?
«Io voglio essere ottimista e mi auguro che i rappresentanti del Comitato Pro Trento facciano un passo indietro. Se così non sarà (molto probabile, ndr) noi andremo avanti per la nostra strada, fonderemo l'Ac Trento e il 26 giugno ci presenteremo all'asta per rilevare il ramo d'azienda del fallito Trento Calcio 1921».
Tramite un comunicato ufficiale la Pro Trento ha fatto sapere che sta valutando l'ipotesi di presentarsi all'asta.
«Tutti lo possono fare. Se qualcuno sarà più bravo, acquisirà il titolo e quei pochi beni che sono di proprietà della società, buona fortuna. Però una cosa ci tengo a precisarla, a scanso di equivoci. Né il sottoscritto né gli altri imprenditori che sono disposti a dare una mano stanno agendo per tornaconto o interesse personale. Se stiamo dedicando tempo e risorse, non solo mentali ma anche economiche a questo progetto, lo facciamo solamente per passione. Chi pensa che ci sia sotto altro si sbaglia di grosso. Noi siamo tifosi e appassionati».
Il settore giovanile è una priorità?
«Assolutamente sì, ci mancherebbe. Proprio per questo speriamo di poterci avvalere della competenza di Loris Bodo, professionista eccezionale che ha già dimostrato di essere un top manager in ambito giovanile”.
L'allenatore dell'Ac Trento chi sarà?
«Pippo Moratti. Su questo non c'è dubbio». (d.l.)