Turismo

Mondo sciistico: poca neve, ma gli incassi sono già da record

I prezzi rincarati per inflazione e caro energia non fermano i turisti: tante le località dove tra Natale e Capodanno si è fatto il tutto esaurito


Ilaria Puccini


TRENTO. Un giorno da turista sulle piste da sci trentine, e la crisi economica e climatica, il caro energia, il caro carburanti e l'inflazione paiono non esistere: a fronte di trasporti, hotel e skipass a prezzi record per far fronte a queste congiunture, le persone non rinunciano alla settimana bianca e in tutte le località, non solo "le solite note", l'andamento si avvicina al tutto esaurito. Per un bilancio ufficiale si dovrà attendere ancora qualche mese: ma le aspettative, visti i risultati sin qui, sono alte.

«La stagione si è aperta in maniera ottima sin dal weekend dell'Immacolata, grazie anche a un calendario con date particolarmente favorevoli - spiega Luca D'Angelo, direttore di Apt Dolomiti Paganella - dal Natale al Capodanno siamo andati crescendo, e anche quest'ultima settimana festiva, dal 2 all'8 gennaio, si prospetta molto buona. Grazie all'Epifania che cade di venerdì, la sensazione è che potremmo addirittura superare i risultati dell'anno scorso».

I visitatori giungono da ogni parte d'Italia e anche dall'estero: i connazionali, in maggioranza famiglie e gruppi di amici, sono legati alle festività comandate a cavallo del nuovo anno e alle vacanze scolastiche dei più giovani; da metà gennaio invece la staffetta passa ai turisti internazionali, quando entrano in gioco agenzie di viaggio e tour operator. «In Paganella i maggiori arrivi sono da Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Lazio - continua D'Angelo - dall'estero invece il Paese di riferimento è la Polonia, dove il mercato sembra tenere nonostante sia confinante con uno Stato in guerra.

In questo caso però si parla di forti appassionati di sci, persone dotate anche di una grande disponibilità economica». Nei sei comuni del comprensiorio, sono ben 150 le strutture alberghiere, senza contare appartamenti e seconde case. Una grande capacità ricettiva (oltre 93mila le presenze nel dicembre 2021, 139mila nel gennaio 2022), che prospetta numeri analoghi anche quest'anno.

Secondo il direttore Apt, anche tra chi ha risentito un po' di più del carovita, la ricerca di una vacanza è ancora forte: «Piuttosto soggiornano una notte in meno. Ma la volontà di un'occasione di svago e relax è ancora forte». E da tempo in montagna non si viene ormai solo più per sciare: «Sempre più visitatori sono attratti dai parchi avventura in quota, dallo slittino e dal soggiorno nei rifugi. Modi di vivere la montagna che sono ormai parte integrante del nostro business».Uno scenario confermato anche da Manuel Corso, direttore di Apt San Martino di Castrozza e Primiero, che racconta la situazione sul versante orientale del Trentino: «Nonostante le tariffe "ritoccate" rispetto all'anno scorso, anche qui la tendenza fino all'8 gennaio è da tutto esaurito.

Le cifre delle prenotazioni effettuate tramite le piattaforme finora ci fanno ben sperare, certo c'è anche qualche inevitabile disdetta, ma che viene sempre compensata».La skiarea di Passo Rolle è particolarmente popolare tra le famiglie di sciatori, spiega Corso, ma non solo: «Rispetto ad altri comprensori più grandi, da una ventina d'anni, assieme al Parco Naturale Paneveggio e Pale di San Martino, ci siamo attrezzati per offrire una varietà di esperienze per stare a contatto con la montagna in modo diverso: passeggiate naturalistiche nei boschi sulle tracce degli animali, trekking con i lama, itinerari enogastronomici».

I maggiori arrivi qui sono dal Veneto, dalla Lombardia e dal centro Italia (Lazio e Toscana): «Gli italiani prediligono i weekend di gennaio, ma sono importanti anche i flussi di turisti dall'Est Europa: croati, sloveni, polacchi, cechi, che hanno calendari e celebrazioni diverse dalle nostre: in particolare, in Polonia il calendario è diviso per regioni, e questo consente agli abitanti di diluire le ferie su più periodi. Per noi tutto questo si traduce in un cosatante flusso di visitatori, soprattutto da Varsavia» conclude Corso.Più a nord, in Val di Fiemme, la percezione generale dell'andamento del mercato sin qui è sempre positiva.

Nonostante la vicinanza dell'amatissima Val di Fassa, anche qui la partenza è stata incoraggiante. «I nostri visitatori sono piuttosto etereogenei - afferma Giancarlo Cescatti, direttore Apt val di Fiemme - oltre alle regioni del nord e centro Italia, abbiamo famiglie e coppie dal Meridione, dal Benelux e dalla Scandinavia. Sul fronte del turismo estero, per fortuna non sentiamo più le ripercussioni della pandemia, forse possiamo finalmente parlare di normalità».Sotto lo strato di speranza e ottimismo, tuttavia, qualche paura per il futuro si annida: in primis per le condizioni climatiche poco invernali, che potrebbero far bussare alle porte la primavera prima del previsto.

Per ora si confida, in questo weekend, nella fine dell'ondata di caldo anomalo che a fondovalle tiene le temperature a una decina di gradi e in quota sempre più a fatica le fa scendere sottozero. In secondo luogo, gli operatori più cauti temono per le utenze, che pesano sia sui costi di innevamento e raffreddamento artificiale, sia sulle tasche dei turisti, la cui voglia di montagna, sedimentata e aumentata negli anni, potrebbe non essere corrisposta da un'adeguata capacità di spesa per sempre. Per ora, comunque, il pericolo pare scampato e la speranza è che il turismo invernale trentino riesca a concludere anche il 2023 con successo.









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