Festa ladina «sfrattata» da Cles

La Dominici: «Troppe ingerenze dell'assessore, la faremo a Fondo»


Giacomo Eccher


FONDO. La festa delle minoranze ladine e friulane del 30 luglio organizzata dall'associazione Rezia doveva essere a Cles ma si farà a Fondo. «Questo a causa delle gravi ingerenze nell'organizzazione dell'evento da parte dell'assessore alla cultura del Comune di Cles Roberto Luchini», scrive la consigliere Caterina Dominici in un comunicato. «All'assessore Luchini - sottolinea - era stata chiesta unicamente ospitalità e semmai il patrocinio, non interventi volti allo stravolgimento del significato culturale dell'iniziativa».

Le interferenze denunciate dalla consigliera si riferiscono alla «pretesa» dell'assessore di cambiare il titolo della rassegna e di «modificare» l'elenco dei partecipanti. «Mi è sembrato di tornare alle elementari con il maestro dalla penna rossa che corregge il compito di uno scolaro: ma Rezia le scuole dell'obbligo le ha finite da un pezzo», afferma la consigliere che non nasconde il disappunto per il mancato approdo nel capoluogo noneso di quello che doveva essere l'appuntamento promozionale più importante della campagna di avvicinamento al censimento di ottobre 2001 quando in ballo ci sarà anche la dichiarazione di ladinità dei nonesi.

Ad accrescere l'arrabbiatura della Dominici la tempistica «perché - afferma - le ingiunzioni e le pretese di modifica dell'assessore, oltre che inopportune ed inaccettabili nel merito, sono arrivate all'ultimo minuto, rischiando di farci saltare tutta la festa». Che invece si farà regolarmente, ma a Fondo, al Palanaunia. «Nonostante i tempi strettissimi, alla nostra richiesta di ospitalità l'amministrazione di Fondo, grazie al sindaco Bonadiman e soprattutto alla vice Lucia Donà, ha risposto positivamente accordandoci piena fiducia ed ospiterà la rassegna senza pretese assurde d'ingerenza nell'organizzazione e nell'impostazione dell'evento», conclude la Dominici che parla come coordinatrice del direttivo di Rezia.

Diversa la lettura di Luchini che respinge le accuse. «Non c'è stata nessuna bocciatura, è stata la Dominici a cambiare idea sulla localizzazione della manifestazione. Ha chiesto il patrocinio del Comune e concederlo comporta qualche ragionamento che io mi sono permesso di fare, come è mio dovere», afferma l'assessore che con la vulcanica Dominici in passato ha avuto anche altri scontri sempre in tema di ladinità nonesa. Per avvallare la sua versione Luchini cita come testimone il presidente della Pro Loco, Tito Demichei. La Pro Loco di Cles, infatti, era stata coinvolta da Rezia per inserire la festa delle minoranze ladine e friulane nel programma della serate estive a Cles, ma dopo lo scontro con l'assessore l'appuntamento è stato stralciato. Come ha annotato Luchini, nella scaletta della festa ladina c'erano gruppi di Ortisei, Badia, Livinalongo Colle Santa Lucia e Friuli, ma nessun trentino a parte il Coro Pensionati di Revò e la banda di Romeno. Nulla di Fassa, l'unica minoranza ladina trentina riconosciuta. «Mi è stato detto che i fassani hanno declinato l'invito, a me risulta invece che non ne sapevano nulla», conclude Luchini.









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