la protesta

Trento, i prof no vax sospesi scendono in piazza: «Ora tutti in classe»

Fino al 15 giugno non potranno svolgere attività didattica. Domani sit in davanti al commissariato del governo: “Il decreto del governo è incostituzionale”. 



TRENTO. «Adesso basta! Tutti in classe!». Con questo slogan domani (venerdì 8 aprile) i docenti no vax scenderanno in piazza a Trento, con un sit in sotto il Commissariato del governo. 

Una protesta organizzata dalla “Rete docenti sospesi” dopo la decisione del governo di riammettere gli insegnanti non vaccinati contro il Covid a scuola dall'1 aprile (con la fine dello stato di emergenza) ma senza contatti in classe con gli studenti. 

L'obbligo vaccinale rimane infatti per i docenti fino al 15 giugno e la vaccinazione diventa un "requisito essenziale per lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni da parte dei soggetti obbligati"e "solo avendo adempiuto all'obbligo vaccinale [i docenti sospesi] riacquistano il diritto di svolgere l'attività didattica".

“A seguito del decreto del 24 marzo – scrive la Rete docenti sospesi – i docenti sospesi sono rientrati a scuola testandosi, pagando e acquisendo il lasciapassare verde, ma non potendo comunque accedere alle classi e ritornare all'attività didattica perché dichiarati d'ufficio "temporaneamente inidonei". Un ennesimo decreto che introduce ulteriori notevoli criticità in un quadro normativo già sufficientemente discriminante e che, senza nessuna base scientifica o motivo sanitario, impedisce a docenti controllati ogni 48 ore con test antigenico di entrare in classe a svolgere attività didattica come previsto fino a dicembre 2021. Un dispositivo volto a discriminare chi non ha accettato il tardivo e inutile obbligo vaccinale nel comparto scuola e ad impedirne il rientro perché "segnale diseducativo" per la "comunità educante".


 

Venerdì 8 aprile davanti al Commissariato del Governo in Corso III novembre a Trento, dalle 15.00 in poi, la Rete Docenti Sospesi organizza un sit-in per protestare contro questo nuovo decreto assurdo ed incostituzionale, per testimoniare la ferma contrarietà alle politiche emergenziali del governo Draghi e per manifestare il profondo dissenso verso ogni forma di discriminazione e la ferma volontà di adempiere liberamente la funzione di educatori al pensiero critico.













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