L’annuncio di Fugatti non ferma le famiglie no-Dad: “Abbia il coraggio di far tornare a scuola anche medie e superiori. Domani tutti al parco delle Albere”
Laura Tondini, presidente del comitato spontaneo scuola in presenza, conferma la manifestazione già programmata: “Non vogliamo contentini, la stessa misura si applichi a tutti”. Poi spiega: “Le classi in quarantena sono poche. Non è il momento di chiudere. In gioco c’è il futuro dei nostri ragazzi”. Il chiarimento: “Non siamo no-mask, noi rispettiamo i protocolli ma ci battiamo per il diritto allo studio” (foto tema Ansa)
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TRENTO. L’annuncio di Fugatti non ha disinnescato la manifestazione dei genitori anti Dad in programma domani al parco delle Albere. La riapertura di nidi, materne ed elementari a partire da lunedì 29 marzo è una buona notizia, ma non è ritenuta una risposta sufficiente alle istanze di chi si batte per restituire ai ragazzi un’istruzione e una socialità adeguate alle loro necessità.
Laura Tondini, presidente del comitato spontaneo scuola in presenza per la provincia autonoma di Trento, si rivolge a Fugatti: “Bravo presidente, ma osa un po’ di più: se ti devono impugnare l’ordinanza di riapertura fino alle elementari tanto vale che questa si applichi a tutti. Non deve essere un contentino. Noi manifestiamo per la riapertura delle scuole di ogni ordine e grado con effetto immediato. Domani quindi, dalle 15, saremo al prato delle Albere”.
Dello stesso parere sono le nove famiglie che fanno parte del comitato: “Ho subito inviato un videomessaggio nel nostro gruppo Facebook in cui invito le famiglie a restare un po’ arrabbiate, pacificamente si intende. Noi dobbiamo andare fino in fondo, perché ci siamo accorti davvero del disagio degli adolescenti solo quando abbiamo avuto il timore che si ripetesse la situazione dell’anno scorso”.
L’incubo è proprio quello: che si ritorni a una chiusura indiscriminata e a tempo indeterminato: “La realtà è che in questo momento non c’è un reale motivo di chiudere. Le classi in quarantena sono poche. Se ci dicono che c’è un focolaio va bene, ma non facciamo di tutta l’erba un fascio. Il timore è che si prosegua ad oltranza: prima solo due settimane, poi un mese... e avanti così. Non sapere quando un provvedimento ha fine è deleterio. Per questioni organizzative dei genitori e per i ragazzi”.
Tondini chiarisce: “A Rovereto eravamo in 300 ma avremmo potuto essere di più. Qualcuno ci ha assimilato ai no mask, ma quando ha visto che siamo solo delle famiglie che si battono per il diritto allo studio hanno cambiato idea. Noi non siamo negazionisti e siamo assolutamente rispettosi dei protocolli. Vogliamo solo che la scuola riprenda perché altrimenti questi ragazzi che già hanno lacune enormi dall’anno scorso, quest’anno fra quarantena e altre chiusure si trovino in una situazione ancora peggiore”.
In ballo, per i genitori anti Dad, c’è il futuro di una generazione: Questa è la forza di lavoro di domani: non possiamo formarla per corrispondenza”, sottolinea Laura Tondini. “Il distanziamento e le mascherine vanno bene ma c’è bisogno di socializzazione e della possibiità di fare didattica in una situazione di scambio reale. Le occasioni, anche di sana competizione, che si hanno in classe non sono replicabili da remoto”.