All’Università di Trento oltre 112 milioni di euro per l’attività didattica
I soldi arrivano dalla Provincia e comprendono anche le risorse destinate al nuovo corso di laurea in medicina
TRENTO. Sono circa 111 milioni di euro, per la quota base 2021, e 1 milione e 185.000 euro, per la quota programmatica 2021, i soldi che la Provincia ha assegnato all’Università di Trento per finanziare l’attività nel corso dell’anno. Fra questi ci sono anche i 130.000 euro per il corso di laurea in medicina e chirurgia da poco avviato. C’è poi il sostegno a due progetti, uno sulla ricerca in tema di innovazione e smart working e l’altro rivolto agli accademici provenienti da Paesi a rischio conflitti e persecuzioni. E tra gli obiettivi per il territorio nell’Atto di indirizzo figura anche il supporto dell’ateneo a Provincia e Apss per l’emergenza Covid-19.
Per l’anno in corso sono due i progetti avviati la cui continuazione è stata concordata in questi mesi tra Provincia e Università.
Progetto “Novelty two”. È stata la Provincia stessa a manifestare all’università l’interesse per la prosecuzione anche nell’anno 2021 del progetto “Novelty”, in particolare per il supporto scientifico alla costituzione, sulla base degli esiti della survey effettuata nel 2020, di team interdipartimentali per l’innovazione anche legati all’implementazione dell’Atto di indirizzo sul lavoro agile (smart working) approvato dalla giunta il 22 dicembre 2020. Un'iniziativa valida inoltre per rilevare, si legge nella delibera, le capacità di generare innovazione presso i Centri per l’impiego dell’Agenzia del lavoro e proporre nuovi modelli organizzativi. Tra le finalità della ricerca di base l’innovazione organizzativa legata alla possibilità di sviluppare “servizi liquidi”: attitudine al nuovo, lavoro da remoto (anche come smart working) e le modalità di erogazione dei servizi (digitalizzazione, accentramento vs. decentramento anche con mezzi di virtualizzazione della presenza). La Provincia cofinanzia il progetto con 65.000 euro sull’esercizio finanziario 2021, a copertura dei costi per l’attivazione di un assegno di ricerca post-doc e di un assegno di ricerca post-laurea, oltre a spese di missioni e altre voci.
Progetto “Scholars at Risk”, acronimo SAR. “Scholars at Risk” è una rete internazionale di università fondata nel 1999 per sviluppare programmi di protezione verso studiosi qualificati che devono lasciare il loro Paese a causa di conflitti e persecuzioni. Il primo bando nell’agosto 2019 ha ricevuto numerose candidature da studiosi altamente qualificati da Siria, Iran, Turchia, Libano, Yemen, Camerun, per l’assegnazione di due assegni di ricerca annuali (uno finanziato dalla Provincia, l’altro dall’università). Entrambi gli enti intendono dare continuità a questa esperienza, finanziando la seconda annualità degli assegni di ricerca, e avviare un secondo bando biennale con un cofinanziamento provinciale di 30 mila euro per il 2021 e 60 mila euro per il 2022.