L’INIZIATIVA

Vinili e copertine di dischi in mostra a Trento: ecco “Rock the Mountain!”

Oggi il via all’esposizione a Palazzo Roccabruna, evento collegato al 69.mo Trento Film Festival



TRENTO. “Rock the Mountain!” apre al pubblico oggi (giovedì 10 giugno) a Palazzo Roccabruna, in via Ss. Trinità 24, dopo la tappa torinese al Museo Nazionale della Montagna e grazie alla sinergia pluriennale con la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Trento.

La mostra si inserisce nell’ambito degli eventi legati alla seconda parte del 69.mo Trento Film Festival; negli stessi giorni saranno infatti numerosi gli appuntamenti in città, tra i quali la 35a edizione di MontagnaLibri.

Curata da Daniela Berta, direttore del Museomontagna e da Paolo Ferrari, giornalista e critico musicale, la mostra presenta un’ampia selezione di dischi pubblicati dagli anni Settanta a oggi, per offrire sia uno sguardo nuovo e obliquo sul mondo della montagna, sia un omaggio a quella sottostimata forma di creatività che è la cover art.

Il Museo possiede una ricca collezione di vinili con copertine a soggetto montano: testimonianze culturali che fotografano un mondo peculiare in un periodo significativo della sua storia. Attraverso una selezione di questo patrimonio unico – oggetto di un progetto di acquisizione, studio, catalogazione e digitalizzazione – Rock the Mountain! percorre, utilizzando un’inedita chiave di lettura, l’evoluzione sia delle strategie di comunicazione dell’industria musicale, sia del gusto per la rappresentazione della montagna negli ultimi cinquant’anni.

L’esposizione propone anche manifesti pubblicitari di album e tournée, che concorrono alla costruzione di un entusiasmante viaggio attraverso i generi musicali contemporanei e i rispettivi immaginari di riferimento: dal rock al soul, dal folk al metal, dall’elettronica alla disco music, fino alla ricerca e alla sperimentazione d’avanguardia.

Riusciamo a pensare ai nostri dischi preferiti senza visualizzarne subito la copertina o senza associarli a momenti specifici della nostra vita? Le cover dei vinili sono un’espressione del loro e del nostro tempo, un prodotto rappresentativo della cultura popolare e un segno indelebile impresso nella memoria individuale e collettiva.

Il Novecento – in particolare nella sua seconda metà – è il secolo della distribuzione di massa della musica, il periodo storico in cui gli incontri tra suono e immagine si fanno sempre più fertili. Negli anni Cinquanta le cover iniziano infatti, grazie all’illustrazione, ad affrancarsi dal ruolo di mero packaging: esplode il mercato e nasce una vera e propria “album art” i cui effetti saranno dirompenti. A stretto giro si ricorrerà anche all’immagine della montagna per veicolare messaggi e fare breccia nei fruitori, stimolandone l’attenzione e la curiosità tramite una declinazione quanto mai eterogenea di scenari naturali e umani d’alta quota.

Grafica pura, fotografia, collage: le tendenze del gusto informano il design delle cover in ogni periodo, come pure le tecniche utilizzate per realizzarle. In alcuni casi le vette sono una presenza puramente episodica e strumentale ai fini commerciali, senza veri e propri legami di contenuto con il prodotto cui sono abbinate. In altri riescono invece a veicolare efficacemente il carattere e il messaggio dell’album, oppure a evocarne l’esperienza sonora.

Scorrere la galleria di copertine e poster di cui si compone questa mostra e far mente locale alle canzoni importanti che la pop music ha dedicato alla montagna significa constatare una sorta di cortocircuito tra estetica e contenuti. In altre parole: quasi mai un disco che sfoggia un paesaggio montano in copertina contiene testi in sintonia con quell’immagine. Viceversa, ad avvolgere ellepì e singoli con riferimenti d’alta quota sono soluzioni grafiche slegate dall’argomento. Per quanto concerne il materiale qui raccolto, le eccezioni a questo testacoda emotivo sono per lo più fisiologiche, ovvero legate a progetti artistici che vivono in simbiosi con la montagna, in primis le colonne sonore. Per il resto, pareti e cime sono perlopiù assenti dai testi o utilizzate in chiave metaforica.

Come molte mete d’alta quota presentano diverse possibilità di accesso, vie più o meno praticabili o impegnative, così sono differenti le strade che portano la montagna nell’immaginario della musica. Ripercorrere le tappe di questo flirt emotivo attraverso il materiale grafico

significa imbattersi in un eccitante intrigo internazionale di evoluzioni semantiche ed estetiche.

Il percorso incrocia da subito la storia del grande rock: è del 1971 il misterioso eremita su roccia dei Led Zeppelin; per l’esplosivo manifesto del tour europeo del 1976, i Rolling Stones scelgono la totemica sagoma del Cervino. Il viaggio prosegue per suggestioni con i Deep Purple, Elton John, Village People, Yes, Depeche Mode, Goldfrapp, Chemical Brothers, Jamiroquai, Kanye West, Neil Young, Elvis Costello, Caravan, Noel Gallegher, Bob Marley, Tinariwen e tanti altri: più di cento vinili articolati nelle sei sezioni espositive: visioni, scenari, esplorazioni, sport, colonne sonore e Cervino. C.L.













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