Ex vigilessa morta, il paese si interroga sulle accuse alle figlie. C’è il sospetto del movente economico
"È stata uccisa e sepolta" ripete il sindaco Giuseppe Pasina che fin dal primo giorno non ha mai creduto all'ipotesi dell'incidente in montagna
TEMÙ. Da tre mesi Temù (nel bresciano a poca distanza dal confine col Trentino) è un paese che si interroga. Oggi i dubbi aumentano e il timore che una figlia della comunità sia stata uccisa si fa sempre più grande.
"Mi vengono i brividi a pensare che le figlie siano coinvolte. Le ho viste crescere" commenta un commerciante del paese dell'Alta Vallecamonica, nel Bresciano, dove è stato ritrovato il cadavere di Laura Ziliani, l'ex vigilessa 55enne che aveva lasciato Temù per andare a vivere in città dopo la morte nel 2012 del marito travolto da una slavina, e che era svanita nel nulla l'otto marzo.
Aveva lasciato la Vallecamonica, ma ci tornava ogni fine settimana per dedicarsi alla grande passione della montagna.
"È stata uccisa e sepolta" ripete il sindaco Giuseppe Pasina che fin dal primo giorno non ha mai creduto all'ipotesi dell'incidente in montagna.
Da dopo il ritrovamento del cadavere in paese, che confina con Ponte di Legno e che ha poco meno di 1200 abitanti, si sono rincorse le voci più diverse. Alcune assurde come quella di un sacrificio a sfondo satanico visto che il cadavere è stato trovato senza capelli. L'autopsia ha però negato che alla donna siano stati rasati i capelli, ma che al contrario si sia trattato di una normale caduta post mortem.
Scartata anche l'ipotesi violenza sessuale così come la caduta in un burrone visto che la tac effettuata in fase di autopsia non ha evidenziato fratture.
Il corpo non aveva acqua nei polmoni e quindi anche l'annegamento non è percorribile. Chi abita a Temù nutre forti perplessità che la mattina dell'otto maggio Laura Ziliani sia effettivamente uscita di casa per una passeggiata come raccontato dalla figlia maggiore nella denuncia di scomparsa.
"Laura conosce bene queste montagne così come i pericoli. Non sarebbe mai andata via di casa senza telefono e senza accendere il gps" spiega un'amica che conosceva bene le abitudini della donna.
"La sua grande preoccupazione - aggiunge - era la figlia mezzana che ha un po' di problemi e che seguiva sempre".
Madre e figlia si erano viste l'ultima volta venerdì 7 maggio, quando l'ex vigilessa che ora lavorava negli uffici comunali di Roncadelle, era partita dalla sua abitazione nel quartiere Pendolina in città.
La promessa tra madre e figlia era che si sarebbero riviste il giorno dopo o al massimo domenica in occasione della festa della mamma, visto che l'ex vigilessa aveva già organizzato una gita in montagna con le figlie. Che non è però mai avvenuta perché la donna è scomparsa il giorno prima.
Chi punta il dito contro gli attuali indagati - due figlie e il compagno della maggiore accusati di concorso in omicidio volontario e occultamento di cadavere - ipotizza il movente economico.
C'era la questione del bed and breakfast che le figlie volevano fare nella casa di famiglia in via Ballardini a Temù, ma sul cui progetto Laura Ziliani aveva qualche remora. Non sarebbe da sottovalutare poi il patrimonio immobiliare della donna che tra Temù, Malonno, Edolo e Brescia conta una decina di immobili.