Elena Nicolussi Golo ha vinto con il compagno il bando per gestire il rifugio a Luserna. Dopo la Magistrale ha deciso di restare lì.

Elena, una vita in rifugio a Malga Campo


Astrid Panizza Bertolini


LUSERNA. In Alpe Cimbra c'è Malga Campo, un piccolo ed accogliente rifugio situato a 1452 metri che si trova proprio al centro di una radura circondata da maestosi boschi di abeti. In questo pittoresco scenario lavora Elena Nicolussi Golo, una giovane ventottenne di Luserna che dal 2017 ha preso in gestione assieme al compagno Daniele Carpentari, 34 anni, proprio questo rifugio.

Malga Campo: da dove è partita l'idea? Cosa ti ha spinto ad essere lì?

E' stata un'idea che è nata e cresciuta con il tempo. Io studiavo ancora e il mio compagno lavorava in un supermercato ma era stufo. Abbiamo deciso di cogliere l'occasione e partecipare al bando per la gestione di Malga Campo perché ci eravamo stati e ci siamo subito innamorati del posto. Volevamo cominciare un'avventura tutta nostra. E il bando l'abbiamo vinto. Io avevo 23 anni e Daniele 29.

Quindi eri ancora una studentessa…

Sì, e a dire il vero mi ero già laureata in mediazione linguistica e avevo appena cominciato la magistrale in studi europei e internazionali, entrambi i corsi di studio a Trento. E' stato davvero faticoso all'inizio, perché le sessioni d'esame cadevano nei momenti di frenesia del rifugio, sia in estate che in inverno. Spesso mi svegliavo presto per studiare, per poi dedicarmi al lavoro e tornare subito dopo sui libri. Nel 2020 mi sono laureata, a marzo, sono stata tra i primi che si laureavano su zoom. Ho discusso la mia tesi in rifugio, davanti al caminetto.

ll lavoro in rifugio però è lontano anni luce dai tuoi studi

Questo è vero, all'inizio il lavoro non mi entusiasmava,scartoffie a parte, nella pratica significa fare la cameriera. Ho però scelto di farlo un po' mio, infatti adesso ci sono anche animali, a cui mi dedico personalmente e che piacciono ai turisti. Oltre al mio cane Bruno, mascotte della malga, ci sono galli, conigli e galline che fanno le uova colorate e mi permettono quindi di non acquistarne, ma di farne uso personale, con un occhio di riguardo verso la sostenibilità e il benessere. Con Daniele inoltre abbiamo scelto di proporre una cucina tradizionale ma rivisitata in chiave moderna con un carattere giovanile e abbiamo organizzato serate a tema, come il pic nic sotto le stelle, degustazioni con cantine locali e addirittura cene a base di pesce abbinando prodotti a km 0.

Hai mai pensato di fare altro? Di lasciare il rifugio?

Inizialmente l'idea era che fosse Daniele a prendere in mano il rifugio, io avrei solo dato una mano fino al momento della laurea, per poi cercare lavoro nel mio ambito, ma in realtà ho deciso di rimanere e di farne un lavoro a tempo pieno. Dopo gli studi avevo fatto dei colloqui, ed erano anche andati bene, solo che sarebbero stati tutti per lavori a Milano e non ho accettato. Ho capito di voler rimanere a Malga Campo, dove più di ogni altro posto mi sento a casa.

Com'è vivere e lavorare nella natura? Sempre un piacere o a volte un peso?

Quando ero più piccola mi pesava il fatto di essere lontana dalla città. Con il tempo però mi sono affezionata al mio paese, adesso non mi sposterei. Diventando adulta poi mi sono sentita sempre più vicina ai boschi, alla natura che quotidianamente mi circonda. Ho affrontato momenti difficili, come la perdita del mio papà e forse è stato anche quello un motivo in più che mi ha legato saldamente alle mie origini, dove c'è la mia famiglia, i miei affetti. Il mio cuore mi porterà sempre qui.

Un resoconto fino ad ora? Rimpianti? Rifaresti tutto?

Non cambierei nulla, ma spero di avere la possibilità di continuare.Per una giovane coppia come noi il contratto non è molto rassicurante perché la gestione del rifugio è di 6 anni, più altri 6 se tutto va bene. Dopo 12 anni, in ogni caso, per legge bisogna rifare il bando, quindi non c'è nessuna sicurezza che la gestione sarà affidata ancora a noi .Per tutelare le minoranze come quella cimbra, di cui faccio parte, bisognerebbe agevolare questo sistema e puntare sui giovani affinché rimangano nel teritorio d'origine piuttosto che andarsene, ma al momento non è proprio così. A livello di idee inoltre ne avremmo tantissime, sarebbe bello fare qualche ammodernamento, ma la struttura è comunale e noi abbiamo le mani legate. Una situazione che penso sia simile ad altre strutture come la nostra. Purtroppo.













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